I costi del personale superano il 92% della spesa per l’istruzione. Molto meglio di 16 anni fa

Nel 1990 andarono a regime gli ultimi aumenti stipendiali per il contratto del personale scolastico siglato due anni prima, uno dei più “felici” contratti della scuola degli ultimi decenni.

Da quell’anno e per almeno un quinquennio la spesa per il personale rappresentò più del 98% della spesa complessiva per l’istruzione, come ben evidenzia la ricerca dell’Istat sulla spesa pubblica dal 1990 al 2005.

Tra il 1997 e il 1998, tra razionalizzazione degli organici e aumenti contrattuali contenuti, la spesa del personale scolastico scese bruscamente di quasi 6 punti percentuali.

Da allora l’incidenza della spesa per il personale è andata consolidandosi tra il 92% e il 93%.

L’ex ministro Moratti si era riproposto di ampliare la forbice tra spese di investimento e spese del personale per sostenere lo sviluppo del sistema-istruzione, ma le scarse risorse “fresche” messe a sua disposizione dalle leggi finanziarie non hanno prodotto l’effetto auspicato.

Come in altri momenti, le risorse sono venute dai cosiddetti risparmi di sistema (riduzione di spese).

Nel 2005 l’incidenza sul bilancio dei costi per il personale è stata del 92,18%.

Il mancato rinnovo del contratto, scaduto dal 31 dicembre 2005, servirà ad abbassare momentaneamente l’incidenza di spesa per il personale relativamente al 2006, ma nel 2007 dovrebbe nuovamente risalire.

Resta l’incognita delle nuove assunzioni in ruolo che, se effettuate nella misura e nei tempi programmati, potrebbero portare ad un sensibile decremento di spesa del personale, in quanto il differenziale di stipendio tra le migliaia di docenti collocati in pensione (livello di fine carriera) e le corrispondenti migliaia di neo-assunti (livello iniziale) dovrebbe avere un peso non da poco.