I 20 anni del Processo di Bologna verso l’Europa della conoscenza
Sono trascorsi 20 anni dall’avvio del Processo di Bologna, originato dalla Dichiarazione sottoscritta a Bologna il 18-19 giugno 1999 dai ministri dell’istruzione di 29 Paesi europei, compresi alcuni non membri, o non ancora membri, dell’Unione Europea, a sviluppo di un documento programmatico (‘Dichiarazione della Sorbona)’ messo a punto l’anno prima a Parigi dai ministri di Francia, Germania, Regno Unito e Italia (ministro Luigi Berlinguer).
Il ventesimo compleanno del Processo di Bologna sarà celebrato il 24 e 25 giugno 2019 proprio a Bologna, presso Palazzo Re Enzo, dove si svolgerà un grande incontro volto a fare il punto sulla Dichiarazione del 1999 e a delineare le ulteriori prospettive di sviluppo delle Università europee. L’evento è stato organizzato dal ministero dell’Istruzione insieme all’Alma Mater Studiorum, sotto l’egida dell’osservatorio della Magna Charta Universitatum, della European University Associatione della European Students’ Union, e vi prenderanno parte oltre 200 rettori, più di mille tra docenti, studenti e ricercatori del mondo accademico, e i rappresentanti dei Ministeri e delle organizzazioni internazionali, provenienti da più di settanta Paesi. All’apertura delle celebrazioni sarà presente il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti.
Ma di quale Europa si parlerà? Ai 29 Paesi iniziali si sono infatti aggiunti nel tempo altri Paesi non membri dell’UE ed altri, tra i quali la Russia, l’Azerbaigian, la Georgia, il Kazakistan, che nel loro insieme configurano un’Europa della conoscenza più estesa e più coesa rispetto a quella geografica e politica. Nella Dichiarazione del 1999, è infatti contenuta la seguente impegnativa affermazione: “L’Europa della Conoscenza è ormai diffusamente riconosciuta come insostituibile fattore di crescita sociale ed umana e come elemento indispensabile per consolidare ed arricchire la cittadinanza europea, confermando ai cittadini le competenze necessarie per affrontare le sfide del nuovo millennio insieme alla consapevolezza dei valori condivisi e dell’appartenenza ad uno spazio sociale e culturale comune. L’istruzione e la cooperazione si confermano ulteriormente come strumenti essenziali per lo sviluppo ed il consolidamento di società democratiche, stabili e pacifiche”.
Sarà interessante capire se e quanto la logica democratica, tollerante e inclusiva dell’Europa della cultura riuscirà a condizionare e temperare le aspre contese dell’Europa della politica.
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