Gui. La scuola materna dello Stato

Gui, uno dei più longevi ministri dell’istrizione, scomparso in questi giorni, tenne a battesimo non solo la scuola media unica nel 1962, ma anche la scuola materna statale nel 1968.

Per un secolo e più la scuola materna era stata gestita esclusivamente in forma privata, soprattutto da enti religiosi e con finalità prevalentemente assistenziali (asili).

Lo Stato aveva solamente la gestione dei cosiddetti giardini di infanzia ispirati al metodo Froebel, presenti in quantità minima sul territorio.

Il passaggio allo Stato di questo settore scolastico fu accompagnato da forti contrasti che determinarono anche una crisi di governo con presidente Aldo Moro.

Una caratteristica della nuova scuola, secondo quanto previsto dalla legge istitutiva (n. 444 del 18 marzo 1968), era quella di prevedere l’accesso soltanto al personale insegnante femminile (da qui il nome di materna). La restrizione venne successivamente bocciata dalla Corte costituzionale che aprì l’accesso ai docenti uomini.

La scuola materna (trent’anni dopo ridenominata “dell’infanzia”) era aperta ai bambini tra i 3 e i 5 anni e aveva finalità educative e di sviluppo della personalità infantile, oltre a quelle, più tradizionali, di assistenza.

Anticipando di trent’anni la riforma istituzionale delle autonomie e del decentramento, la legge istitutiva della scuola materna prevedeva che la competenza ad istituire scuole fosse assegnata ai Comuni, anziché allo Stato.