Il dibattito pubblico sulla sorte della sfortunata Eluana Englaro ha investito e grandemente coinvolto dal punto di vista emotivo i giovani del nostro Paese.
Scontro istituzionale a parte, si è trattato, e si tratta, di uno dei momenti più alti del confronto di idee, valori, visioni della vita e della morte, che si sia realizzato in Italia da decenni a questa parte, paragonabile per intensità al dibattito sviluppatosi durante il rapimento e dopo l’uccisione di Aldo Moro, ricostruito da Alfredo Vinciguerra in un indimenticato instant book del 1978 (Questo Paese non si salverà…).
E’ verosimile che l’eco di questo dibattito abbia raggiunto le aule delle scuole secondarie superiori, e noi ci auguriamo che – anche nel quadro della sperimentazione di nuovi contenuti e metodi per l’insegnamento della disciplina “Cittadinanza e Costituzione” – un numero significativo di docenti abbia ritenuto di utilizzare a fini didattici la discussione in corso. Non, però, per sostenere la “verità” assoluta di questa o quella tesi in campo, ma per metterle tutte a confronto in modo sereno e con i necessari approfondimenti. La lettura dei giornali di questi giorni, densi di editoriali e di interventi di notevole qualità, potrebbe fornire spunti importanti.
Se questo civile confronto, sempre rispettoso della libertà di giudizio dei discenti, potrà svilupparsi nelle nostre scuole, sarà giusto esprimere un sentimento di gratitudine per Eluana, il cui triste destino avrà fornito alla scuola italiana una grande opportunità per dare un significato moralmente elevato e pedagogicamente efficace al nuovo modo di intendere l’Educazione civica nel nostro tempo.
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