Graduatorie, nomine, trasferimenti, ricorsi: il grande caos

E’ bagarre sulla legge che modifica i criteri per l’iscrizione dei docenti precari nelle graduatorie permanenti. Tutti ricorrono: al TAR del Lazio, alla Corte costituzionale, ai politici di destra e di sinistra, ritenuti insieme al Governo corresponsabili dell’accoglimento degli emendamenti che oggi rendono ingestibile la legge che ha previsto la rideterminazione retroattiva dei punteggi di valutazione per alcuni servizi.
La decisione di risolvere per legge il problema dei punteggi, tradizionalmente affidato all’Amministrazione e al negoziato sindacale, per prevenire il contenzioso ai tribunali amministrativi, si sta risolvendo in un grande fiasco, perché i ricorsi sono partiti egualmente, e in più si sono aggiunti quelli alla Corte Costituzionale. Non mancano gli appelli al Governo perché emani un ulteriore provvedimento d’urgenza orientato a sanare i profili di illegittimità oggetto di impugnazione con la modifica della disposizione riferita alla valutazione del servizio scolastico svolto in sedi o contesti socio-ambientali disagiati.
A rendere incerto tutto il quadro della politica del personale del MIUR sono poi intervenuti altri inconvenienti, legati al cattivo funzionamento del sistema informativo del Ministero (a sua volta in posizione precaria, dopo la nota bocciatura dell’esito della gara per l’affidamento del servizio). Sembra che gli errori nei trasferimenti degli insegnanti siano molti, e alcuni incredibili, con completamenti a centinaia di chilometri di distanza. “C’è persino un docente che si è ritrovato con ore d’insegnamento a Reggio Emilia e un completamento di cattedra a Lecce”, ha fatto sapere il segretario generale della Cgil-scuola Enrico Panini.