Graduatorie: l’orizzonte della sentenza e quello del Miur

La Corte Costituzionale è stata chiara: nessuna discriminazione per l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento. I docenti che hanno chiesto di essere inclusi in una graduatoria ad esaurimento di una provincia diversa da quella di provenienza hanno diritto di occupare la posizione che spetta loro in base al punteggio maturato, senza code. 

Il messaggio è puntuale ma gli effetti vanno tutti chiariti perché la pronuncia, nata con l’intento di  “abbattere” una discriminazione di trattamento, potrebbe produrre, almeno in alcuni casi, l’effetto paradossale di nuocere ai contesti scolastici interessati. Un possibile effetto potrebbe essere per esempio l’aumento del fenomeno delle graduatorie esaurite, che in alcuni contesti territoriali del Nord e in particolare per la scuola secondaria  superiore, regista forti criticità. Il 31% delle 7.252 graduatorie, ossia 2.263, sono esaurite con scoperture intorno al 40%. C’è da considerare che la parte più consistente delle graduatorie esaurite o in corso di esaurimento investe l’area d’insegnamento tecnico-scientifico.

Per questo il Miur è a un bivio: garantire le immissioni in ruolo già fatte in coerenza con il quadro normativo dichiarato illegittimo, e prevedere solo per il prossimo anno scolastico l’aggiornamento delle graduatorie con l’inserimento a pettine, o viceversa procedere subito all’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento con la messa in discussione delle nomine già conferite?

Ancora  non s’intravede una via d’uscita. La formalizzazione di una proposta operativa (ordinanza o regolamento) del Miur, comunque, non può prescindere dall’acquisizione di  puntuali informazioni sulle ricadute della decisione e sull’entità dello sforzo organizzativo richiesto alle strutture amministrative regionali e alle istituzioni scolastiche per non pregiudicare il regolare inizio delle lezioni del prossimo anno scolastico.