Governo Letta: un ponte tra la seconda e la terza Repubblica

Questa volta la maggioranza chiamata a esprimere la fiducia al governo presieduto da Enrico Letta più che ‘strana’, come quella che ha sostenuto il governo del ‘tecnico’ Monti, appare atipica, non corrispondendo a nessuna delle due aggregazioni tipiche che il sistema elettorale vigente vorrebbe, anzi avrebbe voluto premiare con il superpremio di maggioranza previsto dal ‘Porcellum’.

Si è visto, e va detto che il presidente Napolitano è stato il primo a capirlo, che un sistema elettorale pensato in una logica bipolare non poteva funzionare con un elettorato diviso non in due ma in tre soggetti di forza equivalente (più la formazione di Mario Monti, troppo debole per determinare una maggioranza) di cui uno – il movimento 5 stelle – indisponibile a fare parte di maggioranze organiche. Un accordo tra le altre due era di fatto obbligato.

Inoltre la difficilissima fase attraversata dal Paese dal punto di vista economico e sociale richiedeva (richiede) uno sforzo di ricomposizione del conflitto politico e sociale finalizzata alla rapida fuoruscita dalla crisi, e l’assunzione delle relative responsabilità da parte delle due maggiori forze operanti nel centro-sinistra e nel centro-destra, il Pd e il Pdl. Per questo serviva (serve) un governo politico, presieduto da un politico (ed Enrico Letta, vicesegretario del Pd, lo è a pieno titolo), con ministri rappresentativi delle forze che lo sostengono: Pd, Pdl e Scelta civica. Per la guida del Miur, per esempio, la scelta è caduta su Maria Chiara Carrozza non in quanto ‘tecnica’ (pur avendone il curriculum) ma come esponente politica, eletta in Parlamento nelle liste del Pd.

La soluzione trovata, una ‘grande coalizione’ all’italiana, esplicitamente e fortemente voluta dal presidente Napolitano, segna il definitivo superamento della seconda Repubblica e apre il cantiere per la costruzione di una nuova fase politica e istituzionale, che potrebbe dar vita a una terza Repubblica, sui cui contorni d’altra parte il dibattito è già in corso.