Gonella parla ancora

Un’occasione per riflettere sulle matrici storiche di questa deriva licealizzante e di questa sottovalutazione dell’istruzione e formazione professionale è offerta dal convegno organizzato dal Comitato nazionale per il centenario della nascita del sen. Guido Gonella in collaborazione con l’Istituto Sturzo a Verona il prossimo 3 e 4 febbraio su “Gonella ministro dell’istruzione“.
Le giornate di studio vogliono capire come accadde che le grandi speranze suscitate dalla legge di ‘norme generali sull’istruzione’ predisposta dal ministro democristiano per attuare subito, nella prima legislatura della Repubblica, l’art. 33 co. 2 della Costituzione si rovesciarono, per l’opposta resistenza di laici e comunisti, da una parte, e della destra, dall’altra, in un clamoroso fallimento.
L’Italia di allora, mobilissima in economia, con la scelta liberista di Einaudi e De Gasperi, scelse, invece, a proposito di scuola e di concezioni della cultura educativa, l’immobilismo. Confermò, infatti, da un lato, l’idea che l’unica cultura che contasse davvero fosse quella classica e liceale e, dall’altro lato, l’impianto ordinamentale ereditato dal fascismo, affidandosi soltanto alla normale amministrazione.
Su questi temi saranno chiamati a confrontarsi storici economici, storici sociali e storici della pedagogia (Alberto Cova, Giorgio Chiosso, Adolfo Scotto di Luzio, Roberto Sani, Fulvio De Giorgi, Emilio Butturini), nonché politici come il sen. Andreotti e il sen. Giuseppe Gaburro (che ha appena pubblicato un significativo libro su “L’intero e le parti della riforma del sistema educativo“, Cavinato ed., Brescia 2005, a spiegazione della vera natura della legge n. 53/03). Particolarmente interessante si annuncia l’intervento finale a due voci del prof. Giuseppe Bertagna e del prof. Luciano Pazzaglia sulle politiche scolastiche del nostro paese da Gonella alla Moratti.