Gli studenti protestano per l’uso improprio del voto di condotta

Quando a ottobre gli studenti sono scesi in piazza per protestare contro le riforme Gelmini, ce l’avevano soprattutto con il maestro unico. Raramente nei cartelloni e negli slogan apparivano attacchi alla reintroduzione del voto di condotta.

Ora però gli studenti sperimentano sulla propria pelle gli effetti di quella norma sul comportamento.

Diversi istituti scolastici, ignorando il (peraltro tardivo) decreto con il quale il ministero dell’istruzione ha fissato i criteri per assegnare eccezionalmente l’insufficienza nel voto di condotta (n. 5 del 16 gennaio scorso), hanno avuto la mano pesante nella votazione quadrimestrale, attribuendo la non sufficienza anche per comportamenti non gravi. Il cinque in condotta sarebbe stato impropriamente usato, insomma, come sanzione disciplinare o come pesante strumento di deterrenza.

Non si tratterebbe, secondo le dichiarazioni raccolte tra gli studenti, di interventi per punire atti di bullismo a scuola, ma di valutazioni negative per piccole negligenze.

Le diverse associazione degli studenti, di sinistra e di destra, hanno deciso un’azione di protesta. La Gelmini, anche per scongiurare forse un’altra “onda” di manifestazioni generalizzate, ha convocato per il 5 febbraio i rappresentanti delle associazioni studentesche.