Gli studenti italiani passano più tempo a scuola dei coetanei europei

Le proposte di ridurre l’orario delle lezioni in Italia hanno suggestionato gli esperti di riforme fin dai primi studi. Per primo il prof. Bertagna agli Stati generali del dicembre 2001 propose di ridurre l’orario settimanale obbligatorio delle lezioni dalle attuali 30 ore medie settimanali a 25, prospettando un congruo orario facoltativo sotto forma di laboratori aperti al territorio per mantenere i livelli attuali di offerta.

Ma vi fu una decisa reazione a difesa dell’esistente, e la proposta fu abbandonata, anche per le conseguenze che l’inversione di tendenza avrebbe avuto sugli organici del personale docente.

Dalle “indicazioni nazionali” per la scuola primaria e per la scuola secondaria di I grado, emanate nell’autunno scorso e anticipatrici dell’orario delle lezioni che verrà proposto per la nuova scuola riformata, si può agevolmente dedurre che l’attuale orario verrà confermato soprattutto per la scuola primaria e forse leggermente attenuato per la scuola media.

Eppure questa sostanziale conferma dell’esistente non è molto in linea con l’Europa, dove infatti l’Italia, per quanto riguarda la scuola primaria, ha la maggior quantità di ore di lezione all’anno: 1020 contro la media europea di 862 (158 in più, pari a 3 ore mezzo alla settimana sopra la media europea). La Svezia si accontenta di chiedere ai propri ragazzi solamente 741 ore ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_97-3.doc ).

Per gli studenti della scuola media l’Italia ha una delle quantità annue di lezione più alte (1020 annue), anche se Austria, Belgio, Grecia, Paesi Bassi e Francia prevedono più ore di lezioni di noi. La media europea di ore annue di lezione nelle scuole per ragazzi tra i 12 e i 14 anni è di 952 ore.

La riforma potrebbe portare l’Italia, per quanto riguarda la scuola media, a livelli più europei con 900 ore obbligatorie. Anche per la scuola media, la Svezia si accontenta di sole 741 ore annue di lezione, sotto la media europea per 111 ore.