Gli emendamenti sui concorsi: un ritorno al passato?
Gli emendamenti sui concorsi/1
È da considerare un ritorno al poco onorevole passato del reclutamento dei docenti l’emendamento approvato in Commissione che prevede di prolungare di un anno la validità delle recenti graduatorie del concorso docenti che da triennali diventerebbero quadriennali con applicazione a tutto l’anno scolastico 2019-20.
“Le graduatorie del concorso di cui all’articolo 1, comma 114, della legge 13 luglio 2015, n. 107, conservano la loro validità per un ulteriore anno, successivo al triennio di cui all’articolo 400, comma 01, secondo periodo, del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297”.
È sorprendente che, proprio nel momento in cui sta per essere avviata la norma transitoria prevista dal decreto legislativo 59/2017 della Buona scuola per un concorso riservato agli abilitati, se ne ritardi di fatto gli effetti, sottraendo posti da assegnare ad un precedente concorso e penalizzando i futuri candidati.
Per anni, anzi per decenni, le graduatorie dei concorsi della scuola hanno spesso subito un prolungamento di validità, varato di volta in volta da un Parlamento più attento a compiacere, per interessi elettorali, le aspettative dei non vincitori del concorso anziché gli interessi della scuola.
Il punto massimo di questo malcostume si è avuto nel 1999 quando venne disposto che la validità delle graduatorie, anziché essere biennale o triennale, fosse a tempo pressoché indeterminato, fino a nuova graduatoria concorsuale.
Grazie a quella ‘furbata’ non si sono avuti concorsi per oltre dodici anni, giusto in tempo per raschiare il fondo del barile delle graduatorie degli idonei, spesso ormai lontani, in alcuni casi, anni luce dalle esigenze vere della nuova scuola.
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