Gli aumenti nel contratto dei dirigenti scolastici
Il 2018 si è chiuso con l’ipotesi di accordo per il triennio 2016-2018 a favore della dirigenza scolastica. Una buona notizia per i 7.452 dirigenti scolastici in servizio all’inizio della vigenza contrattuale (oggi ridotti a circa 6 mila) e ai prossimi 2.425 vincitori del concorso attualmente in fase di svolgimento.
L’entità dei benefici economici è stata oggetto di varie informative non sempre puntuali.
Riportiamo, in proposito, lo stralcio del comunicato della CISL scuola, uno dei maggiori sindacati firmatari dell’accordo.
“Piena equiparazione della retribuzione di posizione di parte fissa alle altre dirigenze del comparto, entro la vigenza contrattuale. In tal modo la retribuzione di posizione parte fissa dei dirigenti scolastici, a decorrere dal 31 dicembre 2018, passerà da 3.556, 68 euro a 12.565,11. Un risultato che riteniamo importante non solo per l’entità economica, ma anche perché riconosciuto valido e necessario da due differenti governi, al di là delle diverse impostazioni politiche; un esempio di costruzione positiva che riconosce le ragioni dei dirigenti scolastici.
Agli aumenti sopra ricordati devono essere sommati i benefici derivanti dalle risorse contrattuali previste per l’intera PA nella misura del 3,48 per cento della base retributiva, e corrispondenti a 135,00 euro (lordo dipendente) che i dirigenti scolastici vedranno nel loro cedolino a partire dal primo gennaio 2018 e ad una quota di 19,9 euro mensili che confluirà sul Fun per alimentare la retribuzione di risultato”.
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