Giuseppe Desideri: obiettivo zero bocciati, zero dispersi

Sulla scuola si susseguono le analisi e gli studi che ne evidenziano limiti e problematiche. Va riconosciuto a Tuttoscuola di avere avuto il coraggio di uscire fuori dal coro di chi mette la scuola all’indice per le sue, evidenti, difficoltà per proporre, con l’ultimo dossier all’attenzione dei decisori politici, e di tutti gli operatori del settore, alcune concrete piste di intervento. 

Sono sei le “idee per rilanciare la scuola e contribuire alla crescita del Paese”: ottimizzare le risorse, abbattere la dispersione, valorizzare gli insegnanti, una vera autonomia, eliminare gli sprechi, digitalizzare la scuola. Va detto che il dossier va al centro di alcune principali questioni  non preoccupandosi di seguire logiche politically correct. Devo riconoscere che in complesso c’è una convergenza con le proposte che da tempo l’Associazione italiana Maestri Cattolici porta avanti.

L’ottimizzazione delle risorse con interventi chirurgici ben mirati e “non lineari” su alcune voci di costo potrebbe dirottare risorse sull’investimento in innovazione e miglioramento dell’offerta formativa. La digitalizzazione, per esempio, non può essere occasione per una élite di studenti e docenti di 14 scuole su 8000: servono investimenti intelligenti, non tanto in hardware, rapidamente obsoleto, ma in infrastrutture tecnologiche e formazione docenti all’utilizzo della multimedialità.

Su valutazione,  monitoraggio e supporto delle scuole autonome Tuttoscuola afferma una verità sotto gli occhi di tutti e denunciata a più riprese dall’Aimc: la politica sull’organico dei Dirigenti tecnici è schizofrenica rispetto a quanto dichiarato e scritto nelle norme dai Governi che si sono succeduti nell’ultimo decennio.  Sulla dispersione la questione è ben complessa e l’obiettivo dovrebbe essere: bocciati=0, dispersi=0. Ogni bocciato o studente che abbandona è una sconfitta per la scuola e in seguito per la società. È una risorsa in meno per il rilancio del Paese. La scuola deve mobilitare la migliore energia di ciascuno studente affidatole e deve offrire tutte le possibilità per l’apprendimento soprattutto per i soggetti in difficoltà: la scuola deve essere per la  promozione della persona, non per la selezione.

Sull’apertura delle scuole e l’ampliamento dell’impegno dei docenti il discorso meriterebbe un approfondimento.  Quello che è ampiamente condivisibile è la costatazione che se non si parte dalla professionalità dei docenti, e dei dirigenti, non ci può essere miglioramento della scuola. Ai docenti si può anche chiedere di riformulare alcune prassi professionali consolidate e ormai non più aderenti alle esigenze della scuola italiana di oggi, ma ciò non deve significare “chiedere di più” senza apportare miglioramenti e incentivazioni alla professionalità. Tuttoscuola apre, finalmente, un dibattito fatto di proposte e che mira alla collaborazione fra professionisti, studenti, famiglie: è la strada migliore per rilanciare una scuola che contribuisca “alla crescita del Paese”.

* Presidente AIMC