Giovani laureati italiani: Italia penultima in Europa nonostante l’alta percentuale di donne

Tra gli obiettivi che l’Unione Europea ha fissato per il 2020 a Lisbona, vi è quello del raggiungimento del 40% di laureati della fascia di età compresa tra i 30 e i 34 anni. Eurostat ha reso noti i dati dei 28 Paesi dell’Unione rilevati nel 2018: ben 18 hanno già conseguito l’obiettivo del 40%, tra cui il Regno Unito, la Francia, la Spagna, il Belgio, la Polonia, la Slovenia e la Danimarca. Inoltre, tutti i Paesi del Nord Europa hanno già raggiunto e superato l’obiettivo del 40%. Complessivamente, nonostante vi siano ancora dieci Paesi più o meno lontani dall’obiettivo, la media UE è del 40,7%, grazie soprattutto alle donne che, con 10 punti in percentuale sopra i laureati maschi, hanno raggiunto il 45,8%. E i laureati italiani? Sono fermi al 27,8% al penultimo posto, davanti soltanto alla Romania. E vanno ringraziate le donne che hanno raggiunto il 34% di laureate contro il 21,7% dei laureati uomini.

Oltre ai 28 Paesi dell’Unione, Eurostat ha rilevato anche le percentuali di Islanda, Norvegia e Svizzera, tutte attestate sopra al 50%.
Al di sopra della percentuale italiana del 27,8%, vi sono anche altri quattro Paesi non ancora dell’Unione (Turchia, Serbia, Montenegro e Macedonia del Nord).

Eurostat ha messo a confronto anche i dati dei laureati del 2002 per consentire di valutare i progressi dei Paesi UE negli ultimi sedici anni verso l’obiettivo di Lisbona 2020.

Nel 2002 l’Italia allora era ferma al 13,1%, con i maschi al 12% e le donne al 14,2%.

Come si vede, nel periodo considerato sono state le donne a compiere maggiori passi verso l’obiettivo: hanno guadagnato, infatti, quasi 20 punti in percentuale, mentre gli uomini ne hanno recuperato soltanto 9,7.

Nel 2002 l’Italia precedeva in percentuale di laureati quattro Paesi dell’UE, tra cui, oltre alla Romania, Malta, la Slovacchia, la Repubblica Ceca; gli ultimi tre ora la precedono.