Giornata di protesta dei dirigenti scolastici davanti al Ministero

Vengono richieste la riapertura della contrattazione e le risorse sottratte

“Invisibili per il Governo, indispensabili per il Paese”: recita così uno degli striscioni che campeggiano stamani sulla scalinata antistante il ministero dell’Istruzione. Lo hanno srotolato i dirigenti scolastici che stanno manifestando davanti al dicastero di viale Trastevere, con rappresentanze da tutta Italia.

All’origine della protesta, in particolare, la mancata erogazione – attesa da un paio d’anni – di una parte della retribuzione, “di posizione e risultato“. “Si tratta di somme di denaro – spiega il presidente dell’Anp, Giorgio Rembado – che non sono a carico dell’erario ma derivano da accantonamenti della categoria. Non ci vengono assegnate perchè  Mef e Ufficio centrale del bilancio hanno una diversa interpretazione di una norma“. Ma sul tappeto c’è anche il mancato rinnovo del contratto (nel 2015 il blocco arriverà a 6 anni) e la più volte sollecitata perequazione con gli altri dirigenti della pubblica amministrazione.

Non è la prima volta che i presidi scendono in piazza – lo scorso gennaio la categoria ha manifestato davanti a Montecitorio per chiedere la valorizzazione del proprio ruolo – ma stavolta cinque sigle sindacali, Anp-Cida, Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola e Snals-Confsal, sostengono la protesta. Alle questioni contrattuali si aggiunge anche un diffuso malcontento per le dichiarazioni del sottosegretario all’istruzione Davide Faraone sulle occupazioni scolastiche.

Avremmo voluto portargli in regalo un sacco a pelo” dice un preside romano. In tanti hanno voglia di spiegargli i motivi della loro contrarietà.