
Gilda, ‘resistenza attiva’ contro riforma
Una posizione antitetica rispetto a quella dell'ANP
Da domani 1° settembre “partirà in tutti gli istituti la ‘resistenza attiva’ contro la riforma della scuola (legge 107) in difesa della libertà di insegnamento e per tutelare la scuola pubblica statale dai poteri del ‘preside-autocrate‘”. Ad annunciare la mobilitazione è la Federazione Gilda-Unams che invita tutti i docenti “ad astenersi da alcune attività aggiuntive e dalle funzioni non obbligatorie a livello contrattuale“.
Nel dettaglio, il sindacato propone di non accettare la nomina a coordinatore di classe, dipartimento, coordinamento per materia; di rifiutare le funzioni di responsabile di laboratorio e l’incarico di responsabile di plesso; non accettare la nomina a staff della dirigenza e quella di collaboratori del dirigente scolastico, in particolare nelle scuole in cui manca il capo d’istituto e sono quindi in reggenza.
“Si tratta di suggerimenti – sottolinea il sindacato – ai quali possono ovviamente aggiungersi altre forme di ‘resistenza attiva’ proposte dai docenti”. Per organizzare la protesta, la Gilda-Unams invia agli insegnanti alcune istruzioni operative: “Nel primo collegio docenti, nel caso sia presente all’ordine del giorno l’elezione dei due membri del nuovo comitato di valutazione, bisogna presentare una mozione di rinvio, così da poter scegliere le colleghe e i colleghi più idonei. Inoltre, è opportuno che, prima dei collegi dei docenti per l’elezione dei membri del comitato di valutazione e per la delibera del Pof triennale, in ogni scuola si svolgano riunioni delle Rsu e dei docenti per progettare la resistenza alla legge 107“.
Per quanto riguarda l’assegnazione del “bonus qualità”, il sindacato sottolinea che “i docenti premiati con il fondo per il merito non possono essere riconosciuti per le stesse attività a livello di distribuzione del fondo dell’istituzione scolastica perchè non è possibile pagare una persona due volte per la stessa funzione“.
Il sindacato richiama infine le iniziative già in cantiere, tra cui “la costituzione di un Comitato per l’indizione di un referendum abrogativo delle norme della legge 107/2015 e, insieme con le altre organizzazioni sindacali, i ricorsi presso il Tar e il giudice ordinario, primo fra tutti quello riguardante l’esclusione di alcune categorie di docenti dal piano di assunzioni”.
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