Giannini combatte su più fronti/3. Valutazione & merito

Ammesso che in occasione del prossimo rinnovo contrattuale si parli sul serio e in modo concreto di come premiare il merito degli insegnanti (i precedenti non lasciano spazio all’ottimismo), chi dovrà provvedervi?

A questa domanda Giannini risponde con un’ulteriore intervista (i sindacati se ne dovranno fare una ragione, in tempi di trionfo della comunicazione…), quella rilasciata al supplemento ‘Sette’ del Corriere della sera del 21 marzo, nella quale il ministro parla esplicitamente di “premio di produttività per i più meritevoli e sanzioni per gli insegnanti incapaci”, quelli che non garantiscono “un livello minimo di qualità”.

Ma chi dovrebbe assegnare i premi e le sanzioni, e con quali criteri? Sui criteri il ministro non si esprime (forse perché potrebbero essere oggetto di negoziato), ma sul ‘chi’ è chiarissima. Non i genitori perché “non si può mettere la carriera di un insegnante nelle mani di dieci genitori che si lamentano”, non gli studenti (magari indirettamente, valutando i livelli di apprendimento degli alunni: studenti bravi = insegnanti capaci; ma Giannini non entra nel merito). Per lei tocca ai dirigenti scolastici: “chi dirige un istituto e deve rendere conto della qualità dei servizi si dovrebbe prendere anche questa responsabilità”.

E’ facile prevedere che questa proposta incontrerà forti resistenze tra i sindacati degli insegnanti, mentre suscita qualche dubbio anche tra le organizzazioni che rappresentano i dirigenti, come riferiamo nella successiva news.