Germania: più autonomia e più valutazione

L’educazione è stata uno dei punti più discussi nel dibattito che ha portato la scorsa settimana alla riforma della costituzione tedesca, approvata dal Parlamento (Bundestag) con una megamaggioranza bipartisan di 428 voti contro 163 (il quorum richiesto era di due terzi dei deputati, 410 voti). I Laender, che in base alla vecchia Costituzione del 1949 avevano già competenza legislativa esclusiva in materia scolastica (non di formazione professionale, regolata da norme federali), hanno resistito alle forti pressioni volte a centralizzare almeno alcune decisioni relative agli ordinamenti, e anzi hanno ottenuto il rafforzamento della loro autonomia, che comprende anche la gestione del personale della scuola. Le Regioni (Laender), rappresentate nel Bundesrat (Senato), avranno minori possibilità di bloccare le leggi votate dal Bundestag (Camera), ma la loro autonomia in materia scolastica è protetta dal nuovo testo della Costituzione (24 articoli cambiati) ancora più di prima. In compenso, la Conferenza permanente dei ministri dell’Istruzione (un organismo previsto già dalla Costituzione del 1949, indispensabile in uno Stato federale come quello tedesco) ha approvato l’istituzione di un sistema nazionale di valutazione della scuola. L’IQB (Istituto per lo sviluppo della qualità della scuola), con sede a Berlino, sottoporrà a monitoraggio e valutazione, mediante test sulle competenze linguistiche, matematiche e scientifiche, tutte le scuole tedesche a partire dal 2009. Dopo i cattivi risultati ottenuti dalle scuole tedesche in varie indagini internazionali, soprattutto nel PISA sulle competenze dei quindicenni, si farà in modo da orientare il lavoro dei docenti e la strutturazione delle prove in direzione di una maggiore armonizzazione con gli approcci metodologici e gli strumenti valutativi adottati dagli organismi internazionali. Insomma, a una maggiore autonomia delle Regioni e delle scuole dovrà corrispondere un maggiore impegno verso il perseguimento di obiettivi di sistema considerati strategici a livello nazionale. Potrebbe essere un modello di riferimento anche per l’Italia, dove il federalismo istituzionale è molto più limitato che in Germania (soprattutto dopo la bocciatura della “devolution”), ma l’autonomia delle scuole probabilmente più forte, e comunque bisognosa di una sistematica e rigorosa valutazione dei risultati.