Paolo Gentiloni premier: a scuola amava soprattutto la storia

Carattere schivo, ma grandi abilità diplomatiche. Il premier in pectore Paolo Gentiloni, rutelliano ante litteram, che mercoledì si presenterà in Parlamento per incassare la fiducia ed entrare nel pieno esercizio dei suoi poteri, è descritto, da chi lo conosce, come «un perfezionista». Un metodico, amante della programmazione e delle strategie. Che a scuola preferiva, come confessò nel 2006 in un’intervista radiofonica a RadioRai, dopo la nomina a ministro delle Comunicazioni del governo Prodi, le materie storiche. 

Gentiloni premier, Giannini in bilico – La sconfitta di Renzi al referendum lo ha portato a Palazzo Chigi e ora, nel giro di poche ore, dovrà risalire al Quirinale con la lista dei ministri. Novità sono annunciate al ministero dell’Istruzione dove la riconferma di Stefania Giannini è in bilico. Per la successione sono in corsa, secondo i rumours che circolano in queste ore, Gianni Cuperlo, Francesca Puglisi, Stefano Paleari, Andrea Gavosto, Gaetano Manfredi e Simona Malpezzi. Una rosa ampia che fa capire quanto sia ambito il dicastero di viale Trastevere. E d’altronde non potrebbe essere diversamente considerate le importanti decisioni che andranno prese nelle prossime settimane su questo versante.

Gentiloni premier: promuovere la cultura italiana – Recentemente, seppur nelle vesti di ministro degli Esteri, Gentiloni non ha fatto mancare il suo contributo, in termini di idee e proposte, sul sistema istruzione, sottolineando la necessità di incrementare le risorse a disposizione per borse di studio e gli accordi bilaterali fra atenei, nonché facilitare lo snellimento delle procedure per il rilascio dei visti di studio. «La promozione della conoscenza e della internazionalizzazione della cultura italiana – ha ripetuto in più di un’occasione – sono in questo momento una priorità della nostra politica estera. La globalizzazione può rappresentare anche dei rischi per la nostra sicurezza, per le nostre economie, l’internazionalizzazione della cultura italiana può dare straordinari frutti per la competitività». Il presidente del Consiglio incaricato è da sempre un fautore dell’utilizzo dei media nelle scuole. «È fondamentale – è il suo pensiero – che le istituzioni presentino la rete come opportunità e non come pericolo e mettano le famiglie in condizioni di avvicinarsi all’utilizzo di Internet e responsabilizzino la scuola, che non può sottrarsi al ruolo di educare i ragazzi all’uso dello strumento grazie al quale oggi si avvicinano alla conoscenza».

Gentiloni premier e la questione del merito – Insomma, nessuna paura del futuro e delle nuove sfide, che potrebbero toccare anche un tabù nella scuola: il merito. Tenendo presente che il capitale intellettuale è strategico per le imprese. «In Italia – è il pensiero di Gentiloni la situazione non è tutta negativa, perché c’è una grande tradizione ed esistono centri di eccellenza, tuttavia i diversi attori della formazione, famiglie e scuola, mostrano alcuni problemi. Soprattutto perché negli ultimi decenni nella scuola c’è stata una scarsa diffusione della cultura del merito. Dobbiamo fare un lavoro di riconversione dell’istruzione pubblica verso il merito». Per un governo che ha un profilo temporale limitato è sicuramente una grande sfida.