Gelmini: Un appello alla collaborazione di tutti

La scuola ha bisogno di un grande impegno civile. Non dobbiamo rassegnarci e credere che la scuola italiana sia un malato terminale, ma è necessario uno scatto di orgoglio da parte di tutti. Personalmente ci credo, sono ottimista e intendo spendermi fino in fondo. Vi chiedo collaborazione e aiuto in questo sforzo di ricostruzione della principale infrastruttura italiana“.

Con queste parole il ministro Gelmini ha concluso il suo intervento presso la commissione Cultura della Camera, convocata lo scorso 10 giugno per ascoltare le comunicazioni del nuovo titolare del MIUR (tecnicamente si trattava di una “audizione”) sulle linee programmatiche del ministero limitatamente al settore dell’istruzione, mentre altre sedute saranno dedicate ai problemi dell’università e della ricerca.

L’intervento del ministro, ricco di citazioni bipartisan (da Aldo Moro ad Antonio Gramsci e Leonardo Sciascia), si è snodato a partire dal richiamo alla “comune emergenza educativa” fatto nei giorni scorsi dal Pontefice Benedetto XVI e dal Presidente Giorgio Napolitano, e ha mostrato molta attenzione per le istanze avanzate dalle associazioni professionali e da quelle dei genitori e degli studenti, precedentemente incontrate. L’idea centrale è che senza la collaborazione di tutti, e senza attingere ai più qualificati apporti culturali, l’emergenza educativa non sarà superata.

Per noi di Tuttoscuola, che da tempi non sospetti sosteniamo con articoli e dossier la necessità di un “Patto per l’educazione“, rilanciato anche alla vigilia delle elezioni, l’appello del ministro è un segnale incoraggiante: lo scontro tra schieramenti contrapposti e chiusi, resi peraltro deboli dalle contraddizioni interne alle coalizioni, è certamente una delle cause dell’emergenza educativa, forse la principale negli ultimi quindici anni. Abbandonare questa logica distruttiva ci sembra una condizione preliminare per voltare pagina. Certo, occorre ora verificare i termini, i contenuti del patto, ma intanto serve la volontà di stringerlo. E di rispettarlo.