Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Gelmini: sì alla petizione. Ma Berlusconi: no al referendum

Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha annunciato che aderirà alla petizione promossa dal Popolo della Libertà di Brescia (suo collegio elettorale) contro la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo e a sostegno della decisione del Governo di fare ricorso.

Un comunicato del Miur ne spiega la ragione: “Il fatto che una raccolta di firme in difesa della presenza del crocifisso nelle nostre scuole provenga dal territorio, come quella annunciata dal coordinatore provinciale del Pdl Viviana Beccalossi, è un’ulteriore dimostrazione di quanto siano radicati e profondamente sentiti nel nostro Paese i valori espressi dal simbolo della croce. A questa iniziativa dunque va il mio convinto sostegno“. All’iniziativa hanno aderito anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, e il presidente lombardo Roberto Formigoni.

Riguardo invece all’opzione circolata di proporre un referendum, è il presidente del Consiglio Berlusconi a prendere le distanze: “Penso che non ci sia nessuna necessità di un referendum sul crocifisso nelle aule scolastiche“, ha detto nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi. Per poi aggiungere: “Se c’è una cosa che anche un ateo può tranquillamente convenire è che la nostra storia è quella cristiana. Immaginiamoci cosa potrebbe accadere se si allargasse questo concetto della croce fino ad impedire di metterla là dove ci sono non cristiani, non cattolici“.

La conclusione è provocatoria, nello stile del premier: “Ci sono otto paesi d’Europa che hanno la croce nella loro bandiera. Allora dovrebbero cambiarla perché ci sono stranieri che hanno preso la cittadinanza di quei paesi ed hanno altre fedi?“.

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