Gavoi (Nu), dalla protesta delle lenzuola alla lettera della Provincia

Da Gavoi, in provincia di Nuoro, arriva la notizia del rischio di soppressione, già decisa dall’Ufficio scolastico regionale, per la terza classe del liceo classico, composta da otto studenti. Contro la chiusura si è schierato tutto il paese, nel quale si moltiplicano le lenzuola bianche sui terrazzini in segno di protesta.

Ieri, in segno di solidarietà con la protesta pacifica di cittadini, insegnanti e studenti, un drappo bianco è comparso anche sul balcone dell’edificio della Provincia di Nuoro, in piazza Italia.

Ma l’appoggio dell’amministrazione provinciale guidata da Roberto Deriu non si ferma qui. Il presidente dell’ente ha infatti scritto oggi al Ministro per l’Istruzione Mariastella Gelmini, ”per esprimerle lo sdegno e la forte preoccupazione della Provincia di Nuoro per la paradossale situazione in cui si trovano gli studenti della terza classe del Liceo Classico di Gavoi in seguito alla conferma dell’Ufficio Scolastico Regionale che la classe, essendo composta da otto studenti, non potrà essere attivata“.

Con la chiusura della classe – prosegue il testo firmato da Deriu – gli studenti si troveranno di fatto a non poter proseguire il percorso intrapreso e a dover abbandonare gli studi, contribuendo ad allargare il già preoccupante fenomeno di dispersione scolastica nel nostro territorio. Per la maggior parte dei ragazzi, infatti, si rivela impraticabile l’alternativa di poter frequentare le lezioni in altro istituto del capoluogo, vista l’impossibilità a raggiungere Nuoro in tempo per le lezioni, a causa delle difficoltà nei collegamenti pubblici“.

Secondo il presidente Deriu “a nulla sono valsi le proteste e gli appelli della Provincia di Nuoro, dei sindaci del territorio, degli studenti e delle loro famiglie affinché si seguisse il criterio del buon senso, sacrificato al mero metodo ragionieristico e contabile, per garantire ai ragazzi il sacrosanto diritto, costituzionalmente garantito, a ricevere un’istruzione adeguata e a partecipare a una fondamentale esperienza di convivenza democratica ed integrazione sociale“. Deriu chiede quindi alla Gelmini “un personale ed immediato intervento per una equa soluzione della questione che rischia di ledere i diritti degli studenti e delle loro famiglie“.