G. Bertagna, Lavoro e formazione dei giovani, La Scuola, Brescia 2011, euro 11

A distanza di quasi dieci anni da quando provò, come consulente del ministro Moratti, a dare concretezza – nell’iniziale progetto di riforma dell’istruzione secondaria superiore da lui ispirato – alla sua visione di una effettiva ‘pari dignità’ tra l’area liceale e quella dell’istruzione e formazione professionale Giuseppe Bertagna torna a riflettere sulle ragioni del fallimento di questa idea.

A suo giudizio il problema del mancato decollo del sistema di istruzione e formazione in Italia “prima ancora che sociologico o di politiche dell’occupazione, è formativo e culturale”, perché si sono sottovalutate, da parte delle classi dirigenti alternatesi alla guida del Paese, le strategie necessarie per dare unità e pari dignità a tutti i percorsi formativi.

In particolare tre: quella riconducibile al filone di pensiero Kerschensteiner-Hessen, che vedeva nell’esperienza pratica il fondamento su cui costruire i processi formativi a tutti i livelli; quella lucidamente presentata in forma di alternativa da Giuseppe Lombardo-Radice fin dal 1915 (‘popolarizzare’, cioè estendere a tutti, la cultura alta, classico-generalista, oppure valorizzare tutte le culture, affiancando a quella alta quelle popolari); quella ‘integrativa’, volta a scoprire “la cultura di serie A in quella di serie B, il lavoro nello studio, la professionalità nella cultura generale, e viceversa”.

La tesi di Bertagna è che la storia del sistema educativo italiano può essere letta anche come “la storia della progressiva sconfitta di queste tre strategie di rinnovamento dei processi formativi”. Ma è solo ispirandosi ad esse che sarà possibile, a suo avviso, realizzare una vera, profonda riforma di tutto il sistema di istruzione e formazione. L’occasione potrebbe essere costituita “da un rilancio in grande stile della metodologia dell’apprendistato formativo”.

Va detto, alla luce della lentezza e della vischiosità continuistica che hanno caratterizzato i processi di cambiamento del sistema educativo italiano negli ultimi decenni, che l’auspicio di Bertagna ha scarse probabilità di trovare concreti riscontri, almeno per quanto riguarda il versante delle decisioni politiche e dell’innovazione legislativa. E’ più probabile che la storica dicotomia tra cultura generale e cultura professionale possa essere superata dalla rivoluzione tecnologica in atto, che spinge verso la creazione di un nuovo core curriculum che investe trasversalmente tutti i processi formativi.

Orazio Niceforo