Fuori corso universitari/2: cosa fare per ridurre la dispersione?

Serve coraggio non tanto negli annunci, possibile fonte di incomprensioni e di polemiche strumentali, quanto nella prassi operativa e gestionale. La strada maestra è la conoscenza puntuale del fenomeno che consentirebbe di promuovere un insieme coordinato di azioni per supportare efficacemente gli studenti nelle scelte di tipo formativo e professionale e sperimentare, in parallelo ai percorsi didattici ordinari in presenza, le potenzialità proprie della tecnologia informatica e della comunicazione per veicolare contenuti disciplinari.

Da qui la necessità di dare priorità ad interventi e servizi più personalizzati al fine di individuare e sperimentare percorsi di intervento più efficaci.

L’insegnamento telematico riscuote successo non solo tra i giovani ” debolucci” o “poco motivati”, ma anche tra coloro che sono dotati di un patrimonio di conoscenze ricco e articolato.

Per questo possibile scenario di prospettiva è decisiva l’individuazione di un insieme condiviso di regole per assicurare la qualità delle prestazioni erogate con forme e modalità differenziate dal sistema universitario, alla luce di un quadro di riferimento che vede a fronte di un numero crescente di volumi di utenza, una razionalizzazione delle risorse umane ed economiche disponibili.

L’individuazione e la definizione di standard di prestazioni dei servizi garantirebbe il miglioramento delle prestazioni anche telematiche e al contempo l’omogeneità, favorendo l’implementazione di un sistema reale ed efficace di monitoraggio e valutazione delle stesse.

Tutto ciò appare in linea con l’obiettivo dichiarato dal ministro Profumo (Astrid 26 giugno 2012) “di potenziare le piattaforme comunicative attualmente utilizzate dal Ministero e dal sistema scolastico per informare e comunicare con i soggetti interessati”.

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