Fuga dalle professionali

La situazione di incertezza istituzionale, ordinamentale e curricolare che grava sul destino degli istituti professionali di Stato, e in parte anche di quelli tecnici (agrari, nautici e aeronautici, industriali più professionalizzanti) sta determinando una forte inquietudine tra i dirigenti e soprattutto tra i docenti degli indirizzi interessati. Risulta che molti insegnanti avessero l’intenzione di chiedere il trasferimento nei più rassicuranti licei, o negli istituti tecnici che non rischiano di essere regionalizzati, come i tecnici commerciali (la domanda per il passaggio andava presentata entro il 14 febbraio scorso). Sarà interessante verificare se questa fuga è realmente avvenuta.
Intervenendo alla cerimonia di premiazione dei migliori allievi degli istituti professionali, svoltasi a Roma il 13 febbraio, il sottosegretario Aprea ha assicurato che il governo “difenderà” questi istituti dai rischi di frantumazione e perdita di identità connessi al loro trasferimento alle Regioni. Ma il disegno di legge Moratti ha accentuato i dubbi e le incertezze: rispetto al modello inizialmente proposto dalla commissione Bertagna, che allineava tutti i percorsi su quattro anni, e disegnava un robusto secondo canale, comprensivo di tutta l’istruzione professionale e di buon parte di quella tecnica, il disegno di legge Moratti tende a differenziare in modo netto i due canali, fornendo ampie assicurazioni di continuità al primo (quello liceale, di nuovo quinquennale) e sfumando molto l’identità del secondo, la cui struttura è rimandata di fatto ad operazioni successive, nell’ambito dell’esercizio della delega. Le conseguenze di questo quadro di incertezza sulle prospettive dell’istruzione professionale si fanno sentire anche sull’andamento delle iscrizioni, che starebbero diminuendo (salvo che per l’indirizzo alberghiero), in controtendenza con la costante crescita registrata negli ultimi anni (vedi TuttoscuolaNEWS n. 32).