Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Francia: laicità integrale o integralista?

Il 70% dei francesi approva la linea dura tenuta dal presidente Chirac in materia di laicità e neutralità valoriale della scuola pubblica, ma il rischio che lo schieramento laico commetta una specie di involontario autogol aumenta.
Il progetto di legge di poche righe apprestato dal Ministero dell’educazione nazionale dice quanto segue: “Nelle scuole, nei collèges (scuole medie, ndr) e nei licei pubblici sono vietati i simboli e le tenute che segnalino in modo ostentato l’appartenenza religiosa degli allievi”. Ma qual è la soglia della “ostentazione”? Il progetto di legge non la definisce, e non è di molto aiuto neppure la relazione che lo accompagna, che si limita a riprendere quanto suggerito nel rapporto finale della commissione Stasi sulla laicità: veli islamici, kippa ebraiche e croci cristiane (però solo quelle “di dimensioni manifestamente eccessive”) superano la soglia, mentre “simboli discreti di appartenenza religiosa – per esempio una croce, una stella di Davide o una mano di Fatima – resteranno naturalmente possibili”.
Il rischio, che si sta già manifestando, è che la rigida difesa della neutralità valoriale della scuola pubblica, in nome del pluralismo e della libertà di coscienza dei singoli allievi, induca le famiglie musulmane (quasi un decimo della popolazione francese) a scegliere le scuole private, che in materia sono più tolleranti, a partire da quelle cattoliche. Ma il vero timore è che possano nascere scuole fortemente caratterizzate dal punto di vista etnico-religioso, ideologicamente autoreferenziali, e che venga in tal modo rafforzata la tendenza alla frammentazione sociale e all’isolamento “comunitaristico”. La nuova legge non si applicherà infatti alle scuole private, come spiega la relazione, neppure nel caso che esse siano convenzionate e finanziate con risorse pubbliche. Il risultato (temuto, si dice, anche dal ministro dell’interno Sarkozy, che però non osa contrapporsi apertamente a Chirac) è che in tal modo il tasso di pluralismo, di libertà di coscienza e di tolleranza, cioè di laicità, della società francese, finirebbe paradossalmente per diminuire proprio per responsabilità di coloro che lo vorrebbero invece difendere e accrescere.

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