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Francia: dibattito sull’insegnamento della morale laica

In Francia è in corso un serrato dibattito sull’insegnamento obbligatorio, nella scuola di Stato, della morale laica. Secondo l’attuale ministro francese dell’Educazione, il socialista Vincent Peillon, occorrerebbe andare ben oltre la tradizionale ‘educazione civica’, ancorata a un modello di tolleranza liberale che nelle nostre società multiculturali e multireligiose ormai non regge più perché troppo neutrale rispetto ai valori.

Occorrerebbe invece proporre ai giovani una laicità ‘attiva’ fondata su un principio etico universale, quello del rispetto di tutti i valori. In questa ottica di sapore neokantiano la morale laica dovrebbe permeare le coscienze per dare alla società democratica multietnica quella solidità morale che non può essere garantita dalle religioni o dalle ideologie, portatrici di divisioni e di conflitti.

Il dibattito, come in parte è avvenuto anche in Spagna quando il governo socialista di Zapatero ha reso obbligatoria l’educazione alla cittadinanza e contestualmente facoltativo l’insegnamento della religione cattolica, si incentra proprio sul carattere obbligatorio dell’insegnamento di una morale, qualunque essa sia, anche di quella laica proposta dal ministro Peillon, professore di filosofia e studioso di Kant (ma anche di Hegel e Merleau-Ponty). Anche perché proprio in un’ottica laica le morali possono essere più di una, e andrebbero tutte rispettate in nome della libertà di coscienza che è individuale, e non collettiva.

In Italia qualche traccia di questo tipo di dibattito, che ha interessato prima la Spagna, e ora in forma più radicale la Francia, si è avuta negli anni scorsi in occasione dell’introduzione nelle scuole italiane dell’insegnamento di ‘Cittadinanza e Costituzione’. Una traccia flebile, come d’altra parte è stato reso questo stesso insegnamento non essendo stato dato seguito da parte del Miur agli annunci iniziali: talmente flebile da diventare evanescente.

 

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