Formazione obbligatoria per decreto? No di Di Menna (Uil scuola)

Una formazione obbligatoria, decisa per decreto, senza specificare le modalità, legata agli esiti delle prove Invalsi: stiamo scherzando?”  Proprio non ci sta il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, nell’analizzare le misure riguardanti la formazione del personale contenute nelle bozze del decreto legge approvato nei giorni scorsi dal Governo.

Una formazione decisa per decreto – spiega Di Menna –  significa modificare, per legge, il contratto di lavoro che già prevede uno spazio orario che può essere dedicato all’aggiornamento. E poi per quante ore? 20, 40, 200. Chi decide?  In ogni caso, ricordiamo al Governo che decidere in materia di lavoro per decreto, e non per contratto, non porta lontano“.

Inoltre legare la formazione agli esiti delle prove Invalsi è come dire, continua Di Menna: “i professori che operano in territori che non superano la media, ‘vanno aggiornati’“. Questo significa “non tenere in nessuna considerazione il lavoro della scuola e degli insegnanti che va letto dai livelli di ingresso a quelli di uscita. Chi lavora nelle scuole queste cose le sa benissimo, chi scrive i decreti pare di no“.

Inoltre fino ad oggi gli insegnanti si sono aggiornati a proprie spese e continuano a farlo pagando con il proprio stipendio per l’acquisto di libri, riviste, materiale informatico, fotocopie. Tutte spese che la Uil scuola propone di defiscalizzare.

Gli insegnanti sanno che l’aggiornamento professionale è insito nella professione docente. ma “la sede per individuare nuove modalità di organizzazione del lavoro che liberi gli insegnanti dagli eccessivi carichi burocratici e procedurali e valorizzi la centralità della didattica, dell’aggiornamento e della ricerca è il contratto di lavoro“.

In quella sede la Uil sarà impegnata per soluzioni positive, per evitare che ci siano eccessivi adempimenti burocratici e per assegnare alle reti di scuole la centralità dell’aggiornamento, evitando che – sottolinea polemicamente il leader della Uil Scuola, – “ancora una volta, le risorse impegnate (10 milioni di euro) siano utilizzate semplicemente per retribuire relatori, docenti universitari“.