
Formazione digitale dei docenti, snodo decisivo

Il PNRR scuola e l’attuazione dei DM 19, 65 e soprattutto 66 del 2023, che prevede la conclusione delle attività di formazione entro il 30 settembre 2025, fanno dell’anno in corso lo snodo decisivo per comprendere se il “dirompente fiume di finanziamenti” piovuti sulle scuole, scrive Di Donato, si tradurrà in meri adempimenti amministrativi o produrrà concreti e misurabili miglioramenti sul piano organizzativo, dell’apprendimento di studentesse e studenti, della motivazione del corpo insegnante e della didattica.
Va ricordato che la linea di investimento 2.1 “Didattica digitale integrata e formazione alla transizione digitale per il personale scolastico” della Missione 4, Componente 1, del PNRR, prevede la “creazione di un sistema multidimensionale per la formazione continua dei docenti e del personale scolastico per la transizione digitale”, con il coordinamento del Mim, per la formazione di “circa 650.000 dirigenti scolastici, insegnanti e personale amministrativo, e la creazione di circa 20.000 corsi di formazione”.
Un obiettivo straordinariamente impegnativo, che richiede il pieno e attivo coinvolgimento degli insegnanti in “comunità di pratica”, che a differenza delle cosiddette “buone pratiche” da imitare o importare, comportano l’impegno personale e la crescita professionale di tutti i docenti, ponendosi come “luogo di pensiero critico ed elaborativo dei professionisti di una scuola innovativa”.
In tale contesto l’uso corretto dell’intelligenza artificiale (IA, o AI in inglese) e di strumenti come ChatGPT può rivelarsi di grande utilità sia per gli studenti sia per gli insegnanti in sede di progettazione e programmazione didattica e di verifica dei risultati (anche in forma di autovalutazione degli studenti). Resta comunque il fatto che “le AI non esperiscono il mondo, o meglio non come lo facciamo noi: la nostra esperienza ad oggi è irriducibile a modelli puramente computazionali”, e che l’insegnante è chiamato a riempire lo spazio tra il mondo matematizzato e “la realtà delle cose esperite”. Pertanto, riflette Di Donato, “se è vero che il cervello crea indici (liste) e che la combinazione semantica di più canali simultaneamente crea una esperienza più potente di apprendimento, dovremmo cominciare a chiederci come servirci al meglio della potenza organizzativa delle AI generativo conversazionali per aiutarci a consolidarle queste liste e ad elaborarle in modo personale”.
Queste sono alcune delle sfide di quest’anno, “Ma sono quelle sulle quali possiamo cominciare a tessere una trama di riflessioni, confronti e proposte per una scuola che sia di tutte e tutti e soprattutto che sia sostenibile per noi: una scuola orientata allo sviluppo di competenze valutative negli studenti e nelle studentesse, di competenze green per un pianeta ancora vivo, di Pluriliteracies [alfabetizzazioni plurime, NdR] perché la complessità va affrontata con la didattica e l’innovazione. Pensiamo ad una scuola che agisca per promuovere il miglioramento, in ogni angolo dei suoi corridoi, delle sue progettazioni, dei suoi piani formativi”.
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