Fondazione Agnelli: determinante la qualità degli insegnanti

Ridurre l’impegno nel campo dell’istruzione “sarebbe poco lungimirante“, ha detto il vicepresidente della fondazione Giovanni Agnelli, John Elkann, presentando la scorsa settimana un ampio rapporto sulla scuola, curato dalla stessa fondazione.

In particolare “senza un rinnovamento della qualità degli insegnamenti, ciò che per forza richiede una diversa idea culturale, professionale ed economica della carriera dei docenti, la qualità degli apprendimenti in Italia non potrà migliorare“.  Perciò occorre puntare su insegnanti migliori e più motivati, anche perché “la qualità della formazione delle persone è un fattore fondamentale per la capacità di competere di un Paese“.

Intervenendo nel dibattito seguito alla presentazione della ricerca il ministro Gelmini si è detta d’accordo con alcune delle proposte contenute nel rapporto (carriera per i docenti, meritocrazia, chiamata nominativa degli insegnanti da parte dei dirigenti scolastici, valutazione delle scuole), ma non si è espressa sull’invito di Elkann a non ridurre l’impegno economico per l’istruzione.

Probabilmente il ministro è consapevole del fatto che le risorse per finanziare le innovazioni da lei stessa auspicate (formazione, carriera, merito ecc.) possono essere ricavate solo riutilizzando una parte dei risparmi derivanti dai tagli, cioè dalla “riduzione dell’impegno economico per l’istruzione”, per usare le parole di Elkann.

Oltretutto Mariastella Gelmini dovrà difendere tali risorse dalla proposta ventilata dai sindacati, ed esplicitata dal segretario della Cisl scuola Scrima, di utilizzare la quota parte dei futuri risparmi non per premiare il merito ma per limitare il taglio degli organici e dare qualche chance di occupazione in più ai precari.