Focus DL 45 anti-diplomifici: servono norme cogenti non derogabili per fermare le controffensive delle paritarie opache

Via all’ottava puntata di “Focus DL 45 anti-diplomifici”, la nuova rubrica di approfondimento di Tuttoscuola dedicata al decreto-legge contro le scorciatoie scolastiche. Ogni due o tre giorni pubblichiamo analisi, dati e sviluppi per capire cosa cambia davvero nel contrasto ai diplomifici. 

Oggi parliamo del fatto che le misure del DL 45/2025 contro i diplomifici sono valide, ma rischiano di essere vanificate da decreti attuativi impugnabili al TAR. Senza norme cogenti e immediate, il rischio è quello di una nuova impunità per le scuole irregolari. Vediamo perché.

Le disposizioni contenute nell’art. 5 del decreto-legge 45/2025 per contrastare il fenomeno dei diplomifici sono chiare e pertinenti, ma richiedono decreti di attuazione.

In tutta la triste storia dei diplomifici degli ultimi quindici anni il piede di argilla, purtroppo, è sempre stato costituito proprio dai decreti attuativi dell’Amministrazione Scolastica, sia a livello centrale (ministero) che territoriale (USR).

Infatti, per la loro natura amministrativa, gli atti dell’Amministrazione sono impugnabili davanti ai TAR, con esiti spesso favorevoli agli istituti paritari ricorrenti che si avvalgono di uffici legali agguerriti e competenti, come è avvenuto tante volte in questi anni.

Poiché le norme anti-diplomifici del DL 45/2025 dovranno passare dalle forche caudine dei decreti di attuazione, è pressoché scontato che gli istituti paritari, eventualmente bloccati per possibili irregolarità, ricorreranno ai TAR, come è loro diritto, per ottenere almeno un’ordinanza cautelare per continuare a funzionare o, addirittura, una sentenza favorevole per vizi di merito o, come è capitato clamorosamente l’anno scorso, per vizi procedurali.

Proprio grazie ai TAR, ben 40 dei 54 istituti paritari di cui l’anno scorso era stata richiesta la revoca di parità sono tuttora attivi, se pur (alcuni) in attesa di sentenza definitiva.

Per evitare una nuova beffa, le disposizioni contenute nel decreto-legge 45 dovrebbero essere cogenti e inderogabili per consentire un’applicazione immediata. Per questo potrebbe essere necessario un emendamento apposito in sede di conversione del decreto.

Altrimenti si rischia una storia infinita a favore dei diplomifici.