Fioroni: ma la scuola ha già dato…

Forse non chiederà troppi fondi aggiuntivi a Padoa Schioppa, ma Fioroni ha escluso seccamente che nella Finanziaria possano essere contenuti tagli al bilancio della Pubblica Istruzione (“Io faccio il medico, di solito i tagli li ricucio“, ha detto). Caso mai si potrà fare qualche “razionalizzazione delle spese che non riguardano la centralità dello studente“, ha aggiunto, incontrando studenti e docenti a San Lazzaro di Savena (Bologna), dove era accompagnato dal viceministro Bastico, ex assessore all’istruzione proprio nella Regione Emilia-Romagna.
Tornano le “razionalizzazioni”, delle quali si cominciò a parlare dagli anni ottanta. La più famosa (e meno confermata dai fatti) fu quella che doveva accompagnare l’attuazione del contratto scuola del 1988, operazione condotta in prima persona dall’allora ministro della Funzione Pubblica Cirino Pomicino (2000 miliardi di risparmi preventivati, pare un centinaio realizzati).
Ma in quali settori si potrà “razionalizzare”? Il ministro in un’ampia intervista al “Corriere della Sera” di domenica 17, ha ricordato i tanti docenti (quantificati in 20.000) che non esercitano più la funzione docente ma restano a carico del bilancio della pubblica istruzione, e ha accennato anche a un recupero di efficienza nel settore delle supplenze brevi che si potrebbe ottenere livellando la spesa, oggi squilibrata, tra le diverse Regioni. L’idea è che i relativi fondi siano affidati direttamente alle scuole, assieme agli altri a sostegno dell’autonomia (Fioroni vorrebbe passare dagli attuali 100 milioni a “quasi un miliardo“), e che le scuole debbano restare dentro il finanziamento assegnato. Insomma, si ripresenta l’idea di dotare le scuole di un budget indiviso, da utilizzare sulla base di scelte prioritarie locali, compresa la copertura delle supplenze brevi. Una buona idea, finora mai tradotta in pratica.
Ma sul rapporto docenti-studenti, l’unico argomento che forse interessa veramente Padoa Schioppa, Fioroni ha calato la saracinesca: “è il frutto di scelte di civiltà“, ha detto, ricordando le 40 ore nella materna, il raddoppio degli organici nella scuola dell’infanzia fatta dal Parlamento, il tempo pieno e quello prolungato, l’inserimento a scuola dei diversamente abili, e i 4.201 comuni italiani di montagna con meno di cinquemila abitanti dotati di scuole. “Lo ricordo a qualcuno. A chi parla di quel rapporto di uno a nove“, ha insistito nell’intervista al “Corsera“. Un’allusione abbastanza trasparente a Padoa Schioppa, che non si sentirà sollevato neanche dall’idea di mettere in carico ad altri Ministeri a Amministrazioni i 20.000 docenti che Fioroni vorrebbe dismettere. Per lui, anzi, si tratta di sostenere – in costanza di bilancio del MPI – un costo aggiuntivo, stimabile in 5-600 milioni