
Finanziamenti privati: condizione imprescindibile è lefficienza PA
Grande aspettativa genera la previsione di nuove forme di incentivazione (school bonus, school guarantee, e crowdfunding) per promuovere ed aumentare il coinvolgimento dei privati nel piano di digitalizzazione del sistema d’istruzione, ma anche preoccupazione che il tutto possa restare impigliato in un italico pantano, come in parte si è verificato con la previsione dell’art 13-ter del decreto legge 7 marzo 2012, n. 52, convertito nella legge 6 luglio 2012, n. 94, di “utilizzo di erogazioni liberali nel caso di acquisti attraverso convenzioni-quadro e attraverso il Mepa”. Insomma il coinvolgimento dei privati è difficile ma possibile.
Ben vengano queste misure pensate per rendere più appetibile l’investimento dei privati, come lo School Bonus – una misura di sgravio fiscale in favore di privati, associazioni e imprese che decidono di investire per la riqualificazione degli Istituti – e lo School Guarantee, che porterebbe incentivi aggiuntivi rispetto al Bonus a quelle imprese che finanziano progetti scolastici atti a incentivare l’occupazione giovanile. Interessanti anche il cosiddetto matching fund dello Stato per incrementare le risorse dei progetti di crowdfunding in grado di attrarre il maggiore interesse dei cittadini e le obbligazioni a impatto sociale.
Permane una forte e legittima preoccupazione sull’effettiva efficacia della previsione nella “Buona Scuola” in assenza di un ambiente applicativo idoneo a facilitare la diffusione del sostegno di soggetti privati alle scuole pubbliche, in coerenza con le forme e modalità previste dal citato art 13. La definizione, infatti, del relativo progetto operativo puntuale che vedeva impegnato il Miur in collaborazione con Consip, a seguito di alcune modifiche organizzative della struttura amministrativa del Miur, si è interrotta e il progetto ad oggi non ha avuto seguito. L’attesa di una conferma di interesse del Miur per la definizione di dettaglio dei requisiti applicativi e delle modalità operative del processo si unisce a quella del riconoscimento della strategicità dell’innovazione tecnologica per lo sviluppo qualitativo del sistema scuola.
L’obiettivo non è solo quello di garantire un migliore servizio o il successo operativo del progetto, ma anche quello di sfruttare l’effetto moltiplicatore che questo investimento può generare nella crescita dei “benefattori”.
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