Filiera 4+2 /3. Un’operazione complessa e sfidante

Gli istituti coinvolti nella sperimentazione della filiera formativa tecnologico professionale, che prevede l’adozione obbligatoria del percorso abbreviato quadriennale, sono tenuti fra l’altro ad effettuare le seguenti operazioni, in aggiunta a quelle indicate nella notizia precedente:

  • potenziare e anticipare le ore dedicate ai PCTO già al secondo anno di studio;
  • definire relazioni stabili con aziende del territorio estipulare contratti di apprendistato di primo e terzo livello;
  • garantire il conseguimento di certificazioni internazionali per le competenze linguistico comunicative in lingua straniera (sorprende che manchino quelle, altrettanto importanti e richieste, relative alle competenze digitali, ora che si è aperta la strada maestra delle certificazioni sotto accreditamento: il percorso sperimentale consente di introdurre tali certificazioni per gli studenti e anche per il personale, ed è auspicabile che ciò avvenga, sarebbe un ulteriore “plus” a favore di questi percorsi);
  • garantire comunque il raggiungimento degli obiettivi specifici di apprendimento e delle competenze previsti per il corrispondente profilo in uscita del quinto anno di corsodei percorsi quinquennali. In pratica si potrà acquisire la “maturità” un anno prima, ed eventualmente anche iscriversi all’Università in alternativa alla frequenza dell’ITS di riferimento. Un incentivo non da poco a favore della scelta del percorso sperimentale.

La filiera 4+2 può altresì prevedere, nella logica di rete dei “campus” (previsti e finanziati dal PNRR), la partecipazione di istituzioni formative accreditate dalle Regioni, laddove presenti, anche in partenariato con i Centri Provinciali di Istruzione per gli Adulti (CPIA); delle università e delle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica.

Le reti, denominate “Patti Educativi 4.0”, hanno la finalità di condividere risorse professionali, logistiche e strumentali presenti nella stessa rete o anche in altre reti di altre filiere.

Come si vede, una mole imponente di condizioni e adempimenti, tale da indurre la Flc Cgil (ma non altri sindacati) a suggerire ai collegi di respingere la sperimentazione con apposita delibera: un’azione più politica che sindacale, nonostante il Ministero abbia assicurato l’invarianza di organico.

In caso di bocciatura della sperimentazione 4+2, o se questa riguardasse solo una parte dei corsi, per gli altri resterebbero in vigore i normali percorsi quinquennali 2+3, che però hanno una “filosofia” diversa, che richiederebbe peraltro a sua volta, un’operazione di forte rilancio, come spieghiamo nella notizia successiva.

Per approfondimenti:

Filiera 4+2 /1. Un’autostrada verso un lavoro qualificato che può gonfiare le vele dell’economia
Filiera 4+2 /2. La sperimentazione durerà 6 anni, rinnovabili
Filiera 4+2 /4. Quel fabbisogno insoddisfatto di competenze tecniche di grado medio-alto
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