FGA: Gae da selezionare, e nuovi concorsi

In un suo studio, che ha immediatamente scatenato polemiche (particolarmente forte quella dell’Anief) la Fondazione Giovanni Agnelli sostiene che assumere tutti e subito i precari delle Gae, come propone il piano ‘La Buona Scuola’ produrrebbe le seguenti conseguenze negative:

non migliorerà l’offerta formativa (e potrebbe peggiorarla), perché forse anche la metà dei 140mila assunti delle GAE non sono – per l’incertezza sulle effettive competenze di molti di loro e per l’ampio mismatch disciplinare/territoriale – i docenti di cui ha oggi bisogno la scuola italiana”; e “non rafforzerà nel modo sperato la continuità didattica, perché si continuerà a fare ricorso a supplenze annuali”. Inoltre ridurrebbe molto le possibilità di assunzione per gli abilitati non Gae, che sono quelli che attualmente svolgono le supplenze annuali.

Se ciò dovesse, in effetti, accadere”, prosegue FGA, “si potrebbero creare situazioni di istituti in cui, nonostante l’arrivo di un folto drappello di nuovi docenti di ruolo (dalle GAE) nell’organico dell’autonomia, sarà comunque necessario chiamare un precario per coprire per tutto l’anno cattedre che costoro non sono in grado di coprire. Avremo (i) docenti di ruolo che insegnano su cattedra (che resterebbero i docenti di serie A), (ii) docenti di ruolo che non insegnano su cattedra ma fanno cose varie nell’organico dell’autonomia, con l’obbligo/certezza di rimanere tre anni in quella scuola (iii) docenti non di ruolo che insegnano su cattedra, ma che l’anno dopo possono finire altrove. In questi ultimi due casi difficile dire chi sia serie B e chi serie C. Una vera mostruosità..”.

Si può ritenere, sostiene lo studio, che l’ingresso in ruolo di tutti gli iscritti alle GAE “potrà almeno per i prossimi 10 anni ostacolare l’ingresso all’insegnamento dei giovani neolaureati”.

Bisognerebbe invece, suggerisce FGA, “assumere quelli che davvero servono alla scuola (oggi e nei prossimi anni) e dei quali sia possibile accertare in modo più accurato la qualità del profilo professionale”. Di conseguenza, “non bisogna assumere tutti gli iscritti alle GAE, ma effettuarne una selezione, per fare entrare in ruolo soltanto chi ha realizzato almeno 36 mesi di servizio negli ultimi anni e supera una prova di verifica delle competenze didattiche. Quest’ultima verifica si rende necessaria perché molti iscritti nelle GAE non insegnano regolarmente da anni e potrebbero non avere (o avere perso) alcune competenze indispensabili a lavorare nella scuola. In questo modo, è prevedibile l’ingresso di circa 70mila iscritti alle GAE, che in questi anni hanno insegnato regolarmente” .

Occorrerebbe inoltre “poiché le risorse (3 miliardi) per le assunzioni ci sono, indire un concorso ordinario per altri 70mila posti per dare la possibilità di assunzione ai precari abilitati fuori dalle GAE, che già regolarmente coprono quelle supplenze annuali che le GAE non riescono a coprire, soddisfacendo i bisogni reali della scuola italiana”. 

Immediate le polemiche, come si diceva in apertura, ma le preoccupazioni manifestate da FGA sono diffuse. In modi e con motivazioni diverse, per esempio, anche la risoluzione proposta dall’on. Santerini (‘Per l’Italia’) in commissione Cultura della Camera si fa carico della necessità di verificare le competenze dei 148.000 ex Gae, predisponendo altresì piani di formazione con valutazione finale.