Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Festività etniche? Decidono le scuole, non le Regioni

Un’altra polemica, sempre riconducibile alla questione del come gestire i processi di integrazione delle minoranze etniche e religiose, è scoppiata a seguito dell’invito, rivolto alle scuole dall’assessore all’istruzione della Regione Campania, Adriana Buffardi, a far coincidere qualcuno dei giorni “mobili” di sospensione delle lezioni con qualcuna delle festività più significative per i giovani islamici o di altre fedi.
Non si trattava, evidentemente, di un ordine, anche perché la competenza in materia è riconosciuta dalla legge (DPR 275/1999) alle singole istituzioni scolastiche. E non era neanche una novità, perché anche l’anno scorso l’assessore Buffardi aveva rivolto analogo invito, senza peraltro vederselo accolto da nessuna scuola.
Questa volta però la polemica ha assunto toni inusitatamente forti, perché molti giornali, e soprattutto il “Corriere della Sera” con un editoriale di Ernesto Galli della Loggia, hanno fatto dell’iniziativa dell’assessore Buffardi (con un passato di dirigente di punta della CGIL scuola) la prova di un cedimento ai pregiudizi del “politicamente corretto” in materia di multiculturalismo, dialogo, “convivenza paritaria tra diversi“. E’ soprattutto su questi punti che si incentra la polemica di Galli della Loggia, talmente furibonda che lo induce a sbagliare nome e cognome della sua interlocutrice, che diventa Angela Bruffardi.
A suo avviso è “perfettamente sensato che in una scuola italiana le feste riconosciute siano quelle della tradizione italiana“, e decisioni diverse sarebbero il segno di una sorta di complesso di colpa, e di un debole percezione della propria identità nazionale e culturale da parte degli italiani. C’è da ritenere che si sia solo all’inizio di un dibattito, auspicabilmente di elevato profilo e non strumentalizzato, come direbbe i francesi, dalla “politique politicienne” nostrana.

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