Federico Batini, Livia Buratta, Silvia Fornari, Chiara Pazzagli: “Ho scelto”

Un originale saggio teorico-pratico sull’orientamento come viene praticato dagli insegnanti e vissuto dagli studenti

Il testo, curato da Federico Batini, Livia Buratta, Silvia Fornari e Chiara Pazzagli (“Ho scelto”, Harmattan editore, Torino 2013), è suddiviso in cinque sezioni di cui ciascuna approfondisce uno step del lavoro svolto sull’orientamento. La prima sezione, a cura di Federico Batini, esemplifica le diverse tipologie di orientamento analizzate da un punto di vista anche cronologico a partire dai tempi più antichi; la seconda sezione poi si concentra sull’elencazione e spiegazione delle diverse fasi della ricerca effettuata attraverso somministrazione di interviste ai docenti degli istituti di scuola secondaria superiore di Perugia e la modalità di creazione e  somministrazione del questionario d’indagine. La terza parte, di conseguenza, mostra i risultati dei questionari sia ad un gruppo universitario scelto sia ad un gruppo della scuola secondaria definito. La quarta parte, sviluppata da Silvia Fornari, docente anch’essa della facoltà di Perugia, approfondisce la situazione post studio, analizzando i dati di occupazione giovanile in Italia e le modalità con cui i giovani stessi si predispongono ad affrontare il futuro. Infine la parte conclusiva sottolinea e approfondisce tutti i valori che confluiscono nelle scelte adolescenziali anche di tipo emotivo e psicologico.

Il volume è rivolto sia a giovani ragazzi che sono in procinto di dover fare la loro scelta scolastica ed universitaria perché fornisce loro importanti spunti di riflessione sia, in particolar modo, ai docenti affinché possano formarsi e garantire ai propri allievi un sostegno importante nel loro percorso di orientamento.

La necessità di comprendere a pieno l’importanza dell’orientamento, e quanto esso sia oggi sostenuto, è alla base di questo testo. Nel corso del tempo questo processo ha subito numerosi cambiamenti anche a causa delle modifiche della società che piano piano sono avvenute. Si è passati infatti da un orientamento basato su un approccio di tipo diagnostico-attitudinale con la finalità di analizzare le caratteristiche del soggetto e vedere se rispondenti a quelle del ruolo richiesto da ricoprire, ad un approccio di valutazione non solo delle attitudini del soggetto ma anche dei tratti caratteriali, ad un approccio di tipo clinico dinamico che analizza tra le varie professioni quella che più soddisfa i bisogni profondi del soggetto fino ad arrivare ad un approccio di tipo maturativo-personale che pone al centro il soggetto nella sua totalità.

Per valutare quanto oggi sia ben attivato il processo di orientamento, il testo descrive la ricerca effettuata in un gruppo universitario e in un gruppo di scuola secondaria i cui dati risultanti poi sono stati intrecciati mettendo in evidenza quanto tali scuole siano ancora troppo poco preparate per affiancare il soggetto in questo fondamentale percorso tanto che la maggior parte degli studenti universitari dichiara di aver effettuato la propria scelta in base ad un proprio interesse personale oppure a proprie documentazione avvenute in internet.

Va ricordato come gran parte degli istituti superiori locali hanno partecipato attivamente a questa analisi per cui si ha una visione di insieme di dati riguardanti sia le scuole professionali, sia quelle liceali ad eccezione del liceo classico. Al termine di tale ricerca è stato poi creato anche un focus group che permettesse di interpretare i dati raccolti ed ampliarli. Il testo non trascura di ricordare quanto le scelte compiute dagli adolescenti, in questa fase della vita a tal punto delicata, siano influenzate anche da molti fattori sia interni che esterni. Primo tra tutti il fattore emotivo, in quanto il ragazzo si trova contemporaneamente ad affrontare un distacco dalla vita giovanile per entrare a far parte del mondo adulto con tutte le insicurezze che in prima fase esso comporta. A questo si aggiunge la volontà di ascoltare i consigli degli amici e di non deludere le aspettative genitoriali. Il testo infine analizza la situazione dei giovani italiani nel mondo del lavoro, mostrando come i dati di disoccupazione siano in costante crescita e che gran parte dei giovani italiani rimane radicato fino a tarda età nel nucleo familiare visto come sicurezza economica. Emerge pertanto come le figure giovanili siano sempre di meno predisposte ad un cambiamento migliorativo. La conclusione che si trae è che l’orientamento debba essere considerato come un unicum che si snoda ed è presente in tutte le diverse fasi della vita individuale.

La ricerca evidenzia tuttavia quanto ancora oggi scarseggino la preparazione dei docenti e l’attivazione adeguata di un percorso di orientamento per i giovani. Inoltre mostra delle corrispondenze di scelte di risposte tra ragazzi frequentanti o istituti professionali o licei: dai risultati si evince anche l’importanza del ruolo familiare e della composizione della famiglia stessa oltre che numerose differenze di risposta e azione tra maschi e femmine.

Ritengo questo testo non solo molto piacevole da leggere ma di grandissima importanza in quanto gli stimoli che offre per un miglioramento futuro sono fondamentali. Posso affermarlo anche per una mia esperienza personale. Prima di effettuare la scelta del percorso di studi in scienze dell’Educazione ho frequentato il corso di laurea in Biotecnologie. Ho fatto tale scelta perché, al termine dei miei studi al liceo classico, non mi erano stati dati affatto strumenti che mi permettessero di conoscere a fondo ciò che i diversi corsi di studio mi avrebbero offerto, ne mi era stato dato un consiglio specifico da parte dei miei insegnati i quali, ogni qual volta ponevo loro domande sul mio dilemma di scelta, mi rispondevano che avrei potuto far tutto. Questa prospettiva troppo ampia mi ha in qualche modo disorientata, tanto da trovarmi a scegliere più sulla base di un’amicizia che per una prospettiva personale. Solo dopo, frequentandola, mi sono davvero resa conto che ciò non corrispondeva a quello che nel futuro avrei voluto essere nè al percorso di studi che avrei voluto affrontare.

Tre passaggi nel corso della mia lettura mi hanno colpita molto:

– Quindi non tenete contatti con nessuna facoltà?  “Solo se uno studente richiede esplicitamente di visitare l’università ci occupiamo di prendere contatti con questa ed esaudire la sua richiesta” (pag 39).

– Il sistema di istruzione italiano deve ridefinirsi e interrogarsi per riuscire nell’impresa fondamentale di modificare i destini individuali (almeno in termini di possibilità) e non accontentarsi di “accompagnare tragitti già tracciati” né, certo, di mantenere gli attuali livelli di dispersione e abbandono (pag 99).

– L’orientamento in entrata e il ri-orientamento in itinere mediante un adeguato servizio di tutorato possono cosi costituire un fondamentale riferimento per gli studenti in condizioni di rischio di ritardo e di insuccesso (pag 136).

Federica Tancetti, studentessa dell’università di Perugia – Facoltà di Scienze della formazione