Federazione delle Opere Educative

La Federazione delle Opere Educative nasce inizialmente quando alcuni genitori hanno voluto fondare delle scuole per l’educazione dei loro figli. L’assunzione in seguito di dimensioni più consistenti e la diminuzione della capacità didattica e di gestione, ha fatto sì che si costituisse una rete di rapporti di sostegno e aiuto, volta non solo al miglioramento dell’istruzione ma anche al rapporto con le istituzioni. Alla Foe oggi sono associate non solo scuole cattoliche o di ispirazione cattolica, ma anche alcune scuole ebree, steineriane e montessoriane.
Dal punto di vista quantitativo la Federazione attualmente associa oltre 400 scuole di ogni ordine e grado, dalla materna alle superiori e all’istruzione professionale, frequentate da circa 70.000 alunni. Sono diffuse su tutto il territorio nazionale, anche se si registra una prevalenza di scuole situate nel Centro-nord, in particolare in Lombardia, Toscana ed Emilia-Romagna. Più di recente c’è stato anche il passaggio di alcuni istituti religiosi in difficoltà, che non riuscivano più a mantenersi in vita.
“Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti fino adesso – dice Alfonso Corbella, vice direttore della Foe – sia dal punto di vista quantitativo appunto sia, ad esempio, dal punto di vista della formazione degli insegnanti”. A questo proposito, a fine mese si è svolto a san Marino il 6° seminario nazionale per la formazione docenti che la Foe dà attraverso un coordinamento culturale; al seminario erano presenti circa 2000 docenti delle scuole associate Foe. “La Foe ha raggiunto anche un altro risultato importante – sottolinea Corbella – il collegamento con altri soggetti come l’Ages o la Fida ma in particolare la presenza del professor Nembrini, il nostro presidente, nella commissione del Ministero per l’Istruzione per la scuola non statale”.
La Foe non fa mistero di voler difendere la possibilità per le scuole paritarie di poter operare alla pari con quelle statali. In questo senso un’attenzione particolare è stata rivolta alla recente Riforma Moratti. “All’inizio la Riforma aveva una possibilità di apertura che tendeva a rendere molto più flessibile il mondo della scuola – dice ancora Corbella – c’era il doppio canale e anche la possibilità di progetti educativi interessanti, più flessibili per la scuola primaria e secondaria, poi in realtà nell’attuazione, soprattutto da parte dei licei e del secondo canale (cioè istruzione e formazione professionale, ndr) queste aspettative sono state disattese. Soprattutto sul secondo canale quel poco che è rimasto è rimasto solo scritto”.
Il problema della pari dignità, sottolineano alla Foe, è un problema che riguarda l’Italia e le sue istituzioni che non dovrebbero privilegiare lo Stato come unico gestore di formazione e istruzione. Questo anche per questioni di carattere economico. “Il fatto di predisporre una pluralità di soggetti – spiega Corbella – che offrano un percorso interesante ai giovani, che si possano mettere in competizione, sicuramente ha delle conseguenze positive anche rispetto al mondo delle imprese che non trovano oggi del personale formato”. Alla Foe sono convinti che il problema dell’educazione non è politico, quindi né di sinistra né di destra. “E’ un obiettivo di ogni governo – dice ancora Corbella – quello di maggior investimento sul capitolo istruzione, formazione e educazione come per altro richiesto dalle direttive predisposte in sede di governo europeo”.
A fronte anche dello sviluppo in termini associativi, la Foe attualmente sta affrontando i suoi programmi sulla base di un triennio. In corso ci sono iniziative tradizionali, come la formazione del corpo insegnanti, lo sviluppo di un supporto multimediale, di un vademecum relativo alla scuola paritaria, e secondaria di secondo grado e allo scambio scuola-lavoro. Sono attivi inoltre dei workshop per l’aggiornamento della formazione dei gestori. Infine, insieme all’università di Bologna Alma Mater, la Foe sta organizzando un Master per la formazione dei responsabili amministrativi di opere scolastiche ed educative.