Federalismo fiscale/1: le perplessità dell’Anci

Il federalismo fiscale va avanti. Dopo le audizioni, che hanno confermato le criticità e le debolezze del testo approvato al Senato, questa settimana nelle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera riprende il confronto di merito. Il cammino non si presenta facile perché l’Anci non esclude, in mancanza di puntuali risposte politiche alla crisi finanziaria degli enti locali, di “cambiare radicalmente posizione” sul federalismo. Anche la crisi del Partito Democratico può determinare un affievolimento dello slancio riformista nella stessa maggioranza di governo. La Lanzillotta, ministro ombra per la P.A., assicura che l’atteggiamento politico sul federalismo è disgiunto da “qualunque logica di schieramento” ed annuncia proposte di modifica del testo approvato dal Senato.

L’esigenza di un miglioramento del testo approvato dal Senato deve riguardare anche l’art 8 che, nonostante gli elementi di novità introdotti con i comma 2 e 3, presenta per il settore istruzione alcune ambiguità che se non fossero chiarite potrebbero avere una ricaduta negativa sulle modalità e sull’entità del finanziamento delle spese per l’istruzione. Il comma 3 prevede che per l’istruzione ai fini della determinazione del costo standard rientrano “le spese per i servizi e le funzioni inerenti l’esercizio del diritto allo studio”, nonché le spese “per lo svolgimento delle altre funzioni amministrative attribuite alle Regioni dalle norme vigenti”.

La predetta formulazione non consentirebbe di comprendere nel perimetro dei livelli essenziali che concorrono alla determinazione del costo standard tutte le attività che vengono poste in essere dallo Stato, dalle Regioni e dal sistema delle autonomie in attuazione della funzione “istruzione”.