Federalismo fiscale: previsioni e problemi

Dopo il prima via libero del Senato, il federalismo fiscale riparte dalla Camera con l’avvio della discussione nelle Commissioni riunite Bilancio e Finanze.

L’on.le Antonio Leone (Pdl), relatore di maggioranza, durante la relazione illustrativa degli obiettivi e dei contenuti del provvedimento di legge ha sottolineato che il confronto politico sul federalismo fiscale oltre gli approfondimenti sul piano tecnico deve sviluppare una riflessione “anche sul piano propriamente culturale” perché il nuovo assetto di rapporti economico-finanziari tra lo Stato e le Autonomie territoriali impone la definizione di “una nuova etica della responsabilità” al cui consolidamento nel Paese ha fatto appello il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Il ciclo di audizioni promosso dalle Commissioni di merito può concorrere a dare sostanza a questo orientamento perché consente “di acquisire utili elementi di conoscenza e di giudizio” su alcune questioni ancora aperte, la più importante delle quali è rappresentata dall’entità degli effetti finanziari del federalismo.

Mario Canzio, Ragioniere Generale dello Stato, audito nei giorni scorsi assieme ai rappresentanti di Svimez, Corte dei Conti, Conferenza delle Regioni, Anci e Upi,  ha sottolineato, infatti, che “non è agevole quantificare i costi della riforma in considerazione dell’incertezza del relativo quadro di riferimento a causa dell’elevato numero di variabili che potranno essere definite solo in sede di definizione dei decreti delegati“.

Gabriele Ferrari, assessore all’istruzione della provincia di Parma, a margine di un convegno sul ruolo della provincia, ha auspicato che dal dibattito parlamentare “emergano con maggiore chiarezza le specifiche attività amministrative da ricondurre alle funzioni di competenza delle Regioni e degli enti locali”. Un importante contributo di chiarezza può venire – ha continuato Ferrari – dall’Accordo da definire, prima dell’attuazione del federalismo fiscale, in sede di Conferenza Unificata con le Regioni e le Autonomie locali “sulla individuazione delle risorse umane, strumentali ed organizzative necessarie per l’esercizio delle competenze e funzioni attribuite dal Titolo V alla potestà legislativa concorrente delle Regioni“.