Federalismo ad assetto variabile/2. I dubbi del PD

La responsabile scuola del PD, Mariangela Bastico, ha immediatamente criticato l’accordo sottoscritto tra il ministro Gelmini e il presidente Formigoni definendolo “vuoto nelle risorse e pericoloso negli effetti, che rischiano di essere disastrosi per il settore“.

Secondo l’ex viceministro, come ha riportato il sito di Tuttoscuola (http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/archivio.cgi?action=doc&ID=19499), l’Intesa è illegittima perché si pone in deroga alla legislazione nazionale vigente, affidando in pratica alla Regione Lombardia la titolarità esclusiva dell’ex istruzione professionale di Stato, che dovrebbe essere oggetto, caso mai, di competenza concorrente.

Se il modello lombardo prendesse piede, e diventasse un’anticipazione del federalismo scolastico da applicare in tutto il Paese, sostiene Bastico, questo significherebbe “spezzare l’ordinamento nazionale dell’istruzione superiore e indebolire proprio quella scuola che spesso accoglie i ragazzi più in difficoltà e offre titoli di studio con buoni sbocchi professionali“.

Ma il modello lombardo sembra destinato ad estendersi ad altre Regioni del Nord (la Liguria si sarebbe però tirata indietro), e per la verità appare per certi aspetti come il naturale compimento del percorso che ha portato la commissione De Toni, nominata dal governo Prodi e confermata dalla Gelmini, a distinguere nettamente l’identità degli istituti tecnici (orientati alla formazione tecnologica) da quella degli istituti professionali (orientati all’acquisizione di competenze operative).