Non è vero che gli studenti devono ‘nascondere’ la propria fede religiosa: un’altra leggenda da sfatare e da chiarire, come ha affermato il Garante per la protezione dei dati personali.
Così come non esiste alcun provvedimento del Garante che proibisce agli alunni di rendere nota la fede religiosa o che ostacola le soluzioni da tempo in atto per la partecipazione o meno degli alunni all’ora di religione. Il necessario rispetto della volontà di ciascuno di mantenere riservate alcune informazioni sulla propria persona, infatti, non va confuso con la libertà, costituzionalmente protetta, di ognuno di manifestare liberamente le proprie convinzioni, anche di natura religiosa.
“La privacy – afferma il Garante – ha costituito a volte il pretesto per improprie note di colore o è stata utilizzata come un alibi per non applicare altre disposizioni di legge. Una corretta informazione è quindi importante“.
L’intervento del Garante non può non richiamare immediatamente alla mente il divieto del velo islamico deciso per le scuole francesi, per il quale il ministro Moratti ha già da tempo dichiarato la propria non condivisione.
La nota del Garante potrebbe però ora riaprire il dibattito su una questione sopita.
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