Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Face to Faith: un contributo al dialogo interculturale

Gli inglesi, com’è noto, amano i giochi di parole, soprattutto quelli che utilizzano assonanze tra termini con pronuncia simile. O quasi, come nel caso del programma Face to Faith (“Di fronte alla Fede”, ma “Di fronte alle Fedi” rende meglio l’idea), lanciato dalla Fondazione creata dall’ex premier britannico Tony Blair con l’intento di promuovere l’interscambio culturale e religioso fra giovani studenti di tutto il mondo di età compresa fra i 12 ed i 17 anni.

Il progetto è già stato oggetto in Italia di una prima fase sperimentale, avviata nel 2011, che ora sarà ampliata. Il ministro dell’istruzione Francesco Profumo e Tony Blair hanno infatti sottoscritto la scorsa settimana un impegno in tal senso. 19 sono i Paesi partecipanti all’iniziativa, tra i quali Stati Uniti, India, Giordania, Libano ed Australia e tra i Paesi europei l’Italia, l’Inghilterra, il Kosovo e l’Ucraina.

Il contatto fra i giovani, finalizzato alla reciproca accettazione e al rispetto delle diversità, sarà facilitato dall’utilizzo delle nuove tecnologie (chat e videoconferenze) e toccherà molti temi: non solo fede, ma anche cultura, ambiente, salute, arte.

Alla fase sperimentale, che ha visto la partecipazione di 7 scuole medie e di un liceo classico di sei diverse città, per un totale di 700 ragazzi, seguirà ora un programma che toccherà molte altre scuole.

Nei commenti a caldo si è notato che il ministro Profumo ha sottolineato il fatto che “l’uso delle nuove tecnologie per far partecipare gli studenti, e per metterli in contatto con i loro coetanei di nazionalità e culture diverse, è in linea con le nostre priorità”. Mentre Blair ha detto che il programma “aiuterà studenti e insegnanti italiani a sviluppare un dialogo più profondo acquisendo, allo stesso tempo, una maggiore coscienza del ruolo che ha la religione nel mondo moderno”. L’accento cade, per il tecnologo ing. Profumo, sull’uso delle nuove tecnologie, mentre il politico Blair (convertitosi fra l’altro pochi anni fa alla religione cattolica) preferisce insistere sull’apporto che il dialogo interreligioso potrebbe dare alla pacifica convivenza tra i popoli.

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