Esordio della “valutazione di sistema” in Italia
Lo scorso 15 ottobre è stato un giorno importante per la scuola italiana, persino a prescindere dall’attendibilità scientifica dei risultati del Progetto pilota sulla valutazione del sistema scolastico, presentati dal ministro Moratti e dal prof. Giacomo Elias, del Politecnico di Milano (presidente del Gruppo di lavoro sulla valutazione), nel corso di un apposito incontro. Il progetto, ideato dal Gdl Elias, e realizzato con l’apporto determinante dell’Invalsi (ex Cede), ha infatti coinvolto un rilevante numero di scuole (2.832) e classi (15.000), 31.000 insegnanti e 314.000 studenti di quinta elementare, terza media e del secondo anno di scuola secondaria superiore: dal punto di vista dei numeri, è stata di gran lunga la più vasta indagine di questo tipo realizzata in Italia. Anche se la partecipazione delle scuole è stata volontaria (ciò che rende non generalizzabili i risultati), e pur non potendosi escludere che gli allievi siano stati in qualche caso aiutati, i risultati dell’indagine appaiono interessanti proprio per l’elevato numero di allievi “testati”.
Secondo molti esperti di valutazione, peraltro, sarebbe stato preferibile individuare un vero e proprio campione probabilistico, ed utilizzare tecniche di valutazione più complesse e raffinate di quelle apprestate dall’Invalsi: le discusse, soprattutto all’estero, batterie di test (quesiti chiusi a risposta multipla) sui livelli di apprendimento dell’italiano e della matematica.
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