Erasmus compie 20 anni

Sono passati ormai venti anni da quando è partita la prima esperienza di Erasmus nelle Università. L’Europa è cambiata: anche la formazione universitaria…

Secondo l’analisi di Almalaurea, presentata al convegno “Academic Mobility: Blending Prespectives”, sono però ancora troppo pochi gli italiani coinvolti dal fenomeno degli studi all’estero. “Poco più di 8 su cento hanno svolto un programma dell’Unione europea – dichiara Andrea Cammelli, direttore di AlmaLaurea – sono soprattutto universitari degli atenei del nord-est e con un background famigliare culturalmente elevato.”

A partire di più sono gli universitari di Trento, Udine e Trieste, dove partecipano a programmi Erasmus il 15% degli studenti.

Quanto alle facoltà sono soprattutto gil iscritti all’area linguistica (22%), dell’area politico-sociale (15%) e architettura (8%) a partire. I laureati che hanno scelto di fare l’Erasmus con genitori laureati raggiungono il 14% mentre succede lo stesso solo al 4% dei laureati con genitori diplomati.

 Tra chi parte con l’Erasmus e chi invece rimane in Italia, le possibilità però di trovare lavoro non cambiano poi molto. “Questi risultati – dice Cammelli – pure riscontrati in un intervallo temporale certamente ridotto, fanno sorgere dubbi sulla capacità del sistema paese di apprezzare in misura adeguata il valore aggiunto conferito dalle esperienze di studi all’estero”.