Emilia Romagna/2: nuova “vita” alla scuola

In questi giorni e nei prossimi mesi il dott. Stefano Versari, i dirigenti e il personale della direzione generale e degli ambiti territoriali (in particolar modo quelli più colpiti, Modena e Ferrara) sono chiamati ad un lavoro suppletivo e straordinario di coordinamento in tempo reale con gli enti locali sui numerosi aspetti della gestione scuole nel post sisma.

Una sfida per l’Ufficio scolastico regionale, anche tenendo conto della cronica carenza di personale amministrativo e tecnico. Auguriamoci che questo fronte caldo non sia ulteriormente aggravato dalle misure in arrivo della spending review sulla revisione della spesa pubblica di avvio della cura dimagrante nel pubblico impiego

Intensa è stata anche l’attività del prof. Patrizio Bianchi, assessore regionale per l’istruzione, la formazione, università e ricerca, per contenere i disagi e le vicende legate alle sedi e agli edifici che coinvolgono aspetti quali – per citarne solo alcuni – la rete scolastica e l’organizzazione del personale, la rete dei servizi che hanno ricadute significative sulle condizioni di funzionamento del sistema scolastico nel senso dell’incremento dei bisogni del personale (spezzoni, mobilità, accorpamenti sedi) e dell’attivazione di tutte le procedure conseguenti (incarichi, mobilità, ecc.).

L’Emilia Romagna rappresenta un ottimo esempio di cosa Stato e Regioni possono fare per la scuola, quanto e come la ritengono una priorità territoriale. Volendo accompagnare la calamità naturale con un atto di ottimismo, possiamo dire che il sisma ha concorso a rendere concrete e visibili le decisioni e le risposte che Stato e Regioni hanno dato alla scuola.

Al contrario alcune iniziative del Governo (es. impugnativa della recente legge regionale della Lombardia) sembrano andare nella direzione opposta.