Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Emergenza giovani stranieri al nord: l’educazione degli adulti annaspa

Gli studenti stranieri, come è noto, sono in sensibile aumento negli ultimi anni, soprattutto al nord e nelle grandi città (Roma, Milano, Torino).
L’ultima pubblicazione del Miur relativa all’anno scolastico 2004-2005 evidenzia come la crescita straniera nelle nostre scuole stia viaggiando al ritmo di 50-60 mila presenze in più all’anno.
Negli istituti superiori, rispetto a sette fa, il numero degli studenti si è decuplicato; ed è proprio questo settore quello più fortemente interessato all’aumento di studenti stranieri: una crescita che è anche indice di un altro fenomeno parallelo che sfiora il sistema scolastico ma che chiede proprio al sistema una risposta forte, immediata e diversa.
Oltre agli studenti che frequentano gli istituti superiori, sono in vertiginoso aumento in molte città del nord giovani (venti/trentenni per lo più) che, se pur non compresi nella fascia di età degli scolarizzati, hanno fame di istruzione di base, di conoscenza della lingua, di alfabetizzazione culturale, pena l’esclusione sociale e occupazionale.
A lato dei normali istituti scolastici, come si sa, ci sono in Italia i CTP (Centri territoriali permanenti per l’educazione degli adulti), finalizzati a sostenere l’istruzione di base e ad arricchire la formazione degli adulti con insegnamenti dell’inglese, dell’informatica e altre attività culturali.
Al nord moltissimi CTP, da tempo, svolgono quasi esclusivamente attività per adulti stranieri, ma, con l’ondata migratoria, sono in pesante crisi per l’impossibilità di soddisfare la crescente domanda.
Sono in aumento i casi di liste di attesa e di rifiuto di iscrizione, perché gli organici di docenti assegnati ai CTP sono quelli, striminziti, di 7-8 anni fa.
Per di più gli istituti superiori, dove vi è l’aumento di studenti stranieri, chiedono aiuto proprio ai CTP per avvalersi dei docenti specialisti in materia.
In molti casi è vera e propria emergenza: i CTP chiedono aiuto e docenti.
Una buona integrazione fa bene agli stranieri e a noi.

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