Emendamenti al decreto-Semplificazioni, Invalsi e progetti di ricerca

Ammontano a 578 gli emendamenti presentati in commissione Affari Costituzionali del Senato al decreto sulle semplificazioni, già approvato dalla Camera. Il passaggio successivo, prima del voto e dell’eventuale ritorno alla Camera, è il vaglio dell’ammissibilità delle proposte di modifica.

Questa operazione avverrà lunedì prossimo 26 marzo e “sarà molto severa“, ha precisato il presidente della commissione, Carlo Vizzini, il quale ha ricordato il richiamo del presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, a non presentare proposte di modifica senza copertura o estranee alla materia.

In materia di scuola, si segnala l’emendamento depositato ieri sera da Idv e Pd in Commissione affari costituzionali sostitutivo dell’art. 51, c.2 (potenziamento Invalsi), promosso da 13 associazioni delle scuole e sottoscritto on line in due settimane da oltre 2.700 insegnanti, genitori, studenti di tutta Italia.

L’art. 51, c.2 si propone di rendere obbligatorie per 3 milioni di studenti all’anno le prove di valutazione standardizzate predisposte dall’INVALSI. L’emendamento presentato “vuole rendere i test più scientifici (a campione, come nel resto d’Europa), più fruibili per le scuole (per favorire il processo di autovalutazione) e contenerne i costi che l’art. 51 intende scaricare sulle scuole e sui docenti, obbligandoli a gestirli gratuitamente“.

Le associazioni che hanno promosso l’emendamento contano di raggiungere un numero di 10.000 adesioni, approfittando anche della mobilitazione denominata “L’urlo della scuola” (sito Web: http://www.urlodellascuola.it/) prevista per i giorni 23 e 24 marzo

In materia di ricerca, invece si segnala quello presentato da Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la Medicina e senatrice a vita, e Ignazio Marino, chirurgo e senatore del Pd. L’emendamento dovrebbe favorire i progetti di ricerca per scienziati con meno di 40 anni, come spiegano i due firmatari del testo: “Rivolgiamo un appello al governo affinché non cancelli il futuro di tanti giovani ricercatori, che coltivano la speranza di poter fare ricerca in Italia. Il decreto legge su semplificazioni e sviluppo cancella i principi di trasparenza e merito alla base delle norme che dal 2006 hanno consentito di finanziare i progetti di ricerca dei giovani scienziati under 40 attraverso il meccanismo della peer review, la valutazione tra pari“.

Se questa legge non sarà modificata – concludono Montalcini e Marino – tale selezione passerà di nuovo attraverso le stanze chiuse dei ministeri dell’Istruzione e della Salute permettendo l’accesso ai finanziamenti solo a chi ha le giuste amicizie e non la necessaria preparazione acquisita in anni di studio“.