Educazione civica: l’impraticabilità dell’entrata in vigore secondo i calendari regionali
L’articolo 2 della legge della nuova educazione civica prevede con molta chiarezza che “A decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore della presente legge, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione è istituito l’insegnamento trasversale dell’educazione civica”. Non possono esserci equivoci o scappatoie. La legge è precisa: il 1° settembre dell’anno scolastico successivo non potrà essere quello del 2019-20.
La legge, quando, dopo la promulgazione da parte del Capo dello Stato, sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale (a tutto martedì 20 agosto non era ancora stata pubblicata) entrerà in vigore dopo i rituali 15 giorni, cioè ad anno scolastico ormai già avviato.
Non potrà, quindi, che entrare in vigore soltanto dal 2020-2021.
Eppure c’è chi cerca di rimediare a quello che potrebbe sembrare una sconfitta politica, proponendo di considerare come inizio dell’anno scolastico (ma la legge non parla di inizio ma di 1° settembre!) l’inizio delle lezioni, diverso da regione a regione, non tenendo conto che dal 1° settembre le scuole sono già funzionanti con le attività di programmazione da parte dei docenti.
Una proposta – in palese violazione di quanto espressamente prevede la nuova norma – che non si preoccupa della fattibilità della legge (mancano ancora le linee guida da parte del Miur e l’organizzazione del nuovo insegnamento da parte delle scuole), ma che sembra, invece, considerare la facciata, l’impatto comunicativo, il vanto dell’obiettivo politico raggiunto.
A costo di violarla la legge: un bell’esempio di educazione civica.
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