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Educazione civica, da materia "cenerentola" a materia ordinaria

La nuova materia “Cittadinanza e Costituzione”, per effetto del decreto legge, partirà dall’anno scolastico 2008-2009. Avrà sia nel primo che nel secondo ciclo (quindi per 13 anni) un orario di un’ora a settimana, pari a 33 ore annuali (429 ore nella carriera scolastica di un alunno), che non saranno aggiunte, ma ricavate dall’attuale orario delle aree storico-geografica e storico-sociale rispettivamente nel primo e nel secondo ciclo. Per fare un esempio, nella scuola secondaria di primo grado le 33 ore saranno ricavate dalle 132 ore annuali assegnate complessivamente alle due distinte discipline Storia e Geografia.

Non si tratta dunque di un ritorno alla “vecchia” Educazione civica, né di una variante della “Educazione alla convivenza civile” introdotta dalla riforma Moratti in forma transdisciplinare e senza un orario distinto (cioè tutti i docenti delle varie discipline dovrebbero farsi carico di insegnarne una parte nell’ambito dei rispettivi programmi), ma di una vera e propria nuova disciplina, con valutazione autonoma e specifica. Il che vuol dire che non sarà più lasciato alla discrezionalità del docente quanto spazio riservare a questi temi, come in passato, e che gli studenti – italiani e stranieri – dovranno per forza studiarli se non vorranno rovinarsi la media o addirittura rischiare la bocciatura. Una bella differenza rispetto a prima.

Si può dire che con l’attuazione di questo progetto la Costituzione, la carta fondamentale della Repubblica italiana, bisognerà per forza averla studiata e compresa, altrimenti niente promozione. Non è stato così, di fatto, per generazioni di italiani, per i quali lo studio o meno della materia dipendeva dal fatto che l’insegnante decidesse di “sottrarre” un po’ di ore all’insegnamento della storia (disciplina però da sempre afflitta da programmi smisurati, tanto da penalizzare per anni anche la storia del Novecento), e comunque senza che quella disciplina cenerentola (e quindi anche le nozioni sulla nostra Costituzione) fosse oggetto di effettiva valutazione con votazione separata.

Per avere un’idea dell’impatto di questo provvedimento, basta porsi una domanda: quanti studenti hanno trascorso in questi sessant’anni pomeriggi e nottate a studiare la Costituzione per timore di essere interrogati il giorno successivo e rischiare la bocciatura? Ben pochi, appunto. Ecco perché l’iniziativa del giovane ministro dell’istruzione Gelmini rappresenta una novità di rilievo, oltre che di elevato valore simbolico. Purché ovviamente si facciano le cose sul serio, a partire da una adeguata formazione universitaria dei docenti.

E’ significativo che sia stato lo stesso Presidente della Repubblica Napolitano, in un messaggio ad un recente convegno dell’UCIIM a chiedere che “la Carta costituzionale e le sue disposizioni vengano sistematicamente insegnate, studiate e analizzate nelle scuole italiane, per offrire ai giovani un quadro di riferimento indispensabile a costruire il loro futuro di cittadini consapevoli dei propri diritti e doveri.”

Il ministro Gelmini lo ha prontamente accontentato.

Domani Tuttoscuola diffonderà un ulteriore approfondimento su questa nuova materia.

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